Sicurezza sussidiaria e antipirateria: formazione e certificazione delle guardie giurate

portoL’addetto ai servizi di sicurezza sussidiaria è una guardia giurata certificata a svolgere i servizi previsti dal DM 154/2009; il “direttore tecnico è il soggetto certificato che svolge compiti di responsabilità e coordinamento dei servizi di sicurezza sussidiaria”. Queste le definizioni del disciplinare per la formazione delle guardie giurate addette ai servizi di sicurezza sussidiaria diramato dal ministero dell’Interno. Tre i concetti che spiccano: quello di sicurezza sussidiaria (servizi espletabili direttamente o attraverso istituti di vigilanza privata, dagli enti o società di gestione portuale, dalle società ferroviarie e dei servizi di trasporto in concessione, nell’ambito dei porti, delle stazioni ferroviarie, dei terminal passeggeri e dei relativi mezzi di trasporto e depositi), il concetto di formazione e quello di certificazione.
Questi ultimi due sono evidentemente connessi tra loro.

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Guardie giurate antipirateria: una circolare interpretativa

ROMA – Dopo il Decreto, ecco la circolare d’indirizzo. Il Ministero dell’Interno parla ancora di guardie giurate e antipirateria marittima circostanziando l’ambito di applicazione e le modalità di assunzione di gpg a bordo, oltre alla complessa questione dell’imbarco di armi. La circolare riporta anche le procedure per il rilascio delle autorizzazioni occorrenti per lo svolgimento dei servizi (allegato 1), specificando che occorre la preventiva approvazione del Regolamento di Servizio del Questore della Provincia in cui ha sede l’Istituto di Vigilanza Privata che voglia entrare nel business (allegato 2). Il regolamento dovrà affrontare vari argomenti, come la responsabilità, le competenze e le norme comportamentali, il ruolo del “Team Leader” (la gpg più anziana) e l’uso della forza.

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Vigilanza Privata per la sicurezza nei porti: c’è chi dice no

portoROMA – Se i servizi antipirateria non interessano granché per i problemi che recano (spesso superiori agli incassi), l’impiego di guardie giurate nei porti è invece un business di tutto rispetto, che peraltro potrebbe dar vita a servizi altamente profilati, quindi potenzialmente in grado di non incappare nella guerra dei prezzi. Non è dunque un caso che l’Assiv abbia incontrato ad agosto i rappresentanti dei ministeri dei Trasporti e dell’Interno per sollecitare l’uscita della circolare sulla formazione del personale, di fatto propedeutica all’applicazione del DM 154/2009 (il decreto che consente l’uso di gpg in ambito portuale).
Ma non tutti la pensano allo stesso modo. I diretti interessati (Assoporti, Assologistica e Assiterminal) non gradiscono i costi aggiuntivi dell’obbligo di vigilanza privata in ogni terminal e temono che si generino dei conflitti di interesse dovuti allo spostamento di alcune competenze dalle Capitanerie di porto alle Questure.

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Guardie giurate contro i pirati: autorizzato il primo servizio

pirati1ROMA – E già, con tutti i problemi che ha il settore vigilanza privata e l’imprenditoria italiana in generale, era giusto dare priorità alle questioni dell’antipirateria. E, come era prevedibile, il primo servizio di sicurezza che farà salire guardie giurate su navi mercantili italiane contro la pirateria è stato autorizzato ad una compagnia britannica: la Triskel Services. Sulla nave mercantile italiana “Pan Uno” della società partenopea Augustea Atlantica salirà quindi personale (probabilmente straniero) targato Triskel, che ha già aperto una filiale a Roma. E ha fatto bene i conti, visto che le (poche) società italiane che hanno creduto all’antipirateria non possono ancora fornire servizi perchè mancano le norme, a partire dalla circolare attuativa della legge 130.

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Outsourcing & anti-piracy: svolta italiana?

pirati

Torniamo sul tema della pirateria marittima.
Luca Tomaiuolo, affermato blogger di Blogging The Security, scrive per noi un articolo di particolare interesse. Anche perchè, sul fronte anti-pirateria, molto è stato scritto, ma qualsiasi considerazione è legata alla concreta applicazione sul campo “perchè è proprio lì che alcuni ingranaggi rischiano di collassare sotto il peso di una parziale e opinabile inadeguatezza” – scrive Luca.

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