Federsicurezza: Luigi Gabriele riconfermato Presidente

Luigi-GabrieleROMA – Le sei Associazioni Nazionali di Categoria (UNIV, ASSVIGILANZA, ANIVP, ANSSAT, ANISI, PIU’ SERVIZI) aderenti a Federsicurezza – Federazione del Settore della Vigilanza e Sicurezza Privata – Confcommercio Imprese per l’Italia hanno rinnovato gli Organi della Federazione per il quadriennio 2013 – 2017. Il Consiglio Generale, riunitosi ieri 16 dicembre 2013 a Roma e composto da 24 componenti (di cui sei Vice Presidenti di diritto, nelle persone dei Presidenti delle sei Associazioni aderenti), con voto unanime ha confermato Presidente di FederSicurezza l’avv. Luigi Gabriele. Su proposta del Presidente, il Consiglio Generale ha confermato, parimenti all’unanimità, Vice Presidente Vicario di  FederSicurezza l’avv. Claudio Moro. Questa la composizione del nuovo Consiglio Generale (che a breve sarà integrato con altri due componenti di nomina Più Servizi ed uno di nomina Anivp) per il quadriennio 2013-2017.

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Tecnologia e Vigilanza Privata secondo Sipro: da costo ad investimento

Giulio Lucci SIPROLa vigilanza privata è in crisi: si legge ormai in tutte le analisi di settore.
Ma non sarà una crisi delle idee, più che una crisi congiunturale? Questo spiegherebbe la gara tra le Associazioni per trovare nuove aree di business dove gli Istituti possano rosicchiare marginalità più interessanti. C’è chi pensa a rinforzare la vigilanza tradizionale aprendo ad aree finora tabù, come le carceri o il bodyguarding, e c’è chi pensa che occorre spostare decisamente il baricentro sulla tecnologia. Curiosamente si tratta proprio della stessa azienda che, nel lontano 1996, aveva presentato al ministero dell’Interno il primo progetto di guardie giurate nelle carceri: il Gruppo Sipro.
Ne parliamo con Giulio Iucci, business development e marketing Manager del gruppo.

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Bodyguard, investigazioni, vigilanza privata: la tutela della persona entra nella sfera del privato?

bodyguardIl Presidente della Ducati Energia non capisce perché la sicurezza non produca utili e riporta il caso delle tante (a dir suo) persone che avrebbero bisogno di servizi di bodyguarding e VIP protection.
Persone che forse sono tante per davvero, a giudicare dalla quantità smisurata di auto blu e lampeggianti che circolano nella capitale, ma anche a giudicare dalla quantità di operatori che già ora svolgono servizi di close protection.
Tali servizi, vietati dall’attuale legislazione, non solo vengono allegramente promossi sul web, ma sono addirittura oggetto di corsi di formazione a stampo regionale (http://www.tuttoformazione.com/bodyguard_546/regione_emilia-romagna%20_19.html). E allora non sarebbe il caso di uscire dall’ipocrisia e smetterla di chiamare queste figure portaborse, assistenti personali o autisti, e cominciare a chiamarle per ciò che sono, cioè bodyguard?
C’è però un problemuccio: secondo il nostro ordinamento la tutela della persona è appannaggio esclusivo delle forze di sicurezza pubbliche. Quindi i privati potrebbero solo tutelare i beni, mobili ed immobili. Ma la realtà è ben diversa.

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Guardie giurate nelle carceri: una novità… classe 1996

prigione-cellaUn visionario come Oscar Farinetti, inventore del marchio Eataly e promotore del megaprogetto di parco agroalimentare in una Bologna orfana ormai anche del figliol prodigo Motor Show, ritiene che la sicurezza abbia un futuro, e pure un presente. Basta avere coraggio e pensare innovativo. Lo ha detto ad un incontro organizzato da Assovalori: riprendendo un concetto enunciato anche dal Presidente di Assiv qualche giorno prima, Farinetti ha parlato di introdurre le gpg nelle carceri.
Un tema, spiace dirlo, che di innovativo ha ben poco. Se ne parla infatti almeno da vent’anni, tanto che la Sipro, nel lontano 1996, aveva già presentato al ministero dell’Interno un articolato progetto di cost-saving per lo Stato basato proprio sull’utilizzo di guardie giurate nelle carceri e mutuato da un’esperienza estera consolidata come quella americana. Era un progetto integrato di edilizia carceraria, tecnologie di sicurezza e vigilanza privata.
Inutile dire che finì male: la cortina di ferro tra pubblico e privato era allora fittissima e parlare di affidare le carceri a degli operatori privati suonava come una bestemmia alle orecchie di un ministero legato ad un TULPS classe 1934. Ma oggi la risposta ministeriale potrebbe essere diversa.

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Vigilanza Privata in sofferenza: nel 2012 i margini hanno perso 17 punti

ricerca Assiv/Clarium su andamento 2010-2012 e CIGROMA – Che fossimo messi male già lo sapevamo, ma forse non immaginavano quanto fossimo messi male. Nell’ultimo triennio nel comparto della vigilanza privata sono calati margini e redditività: (anche perchè i clienti esigono sconti ai limiti della sopravvivenza aziendale e allungano sempre di più i tempi del pagamento) e ovviamente è cresciuto il ricorso alla cassa integrazione. Il picco negativo si è registrato nel 2012, con le peggiori performance del triennio.

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