ROMA – Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Ufficio per l’Amministrazione Generale, Ufficio per gli Affari della Polizia Amministrativa e Sociale – ha emanato un vademecum contenente alcune disposizioni operative per l’attuazione del Decreto Ministeriale 1.12.2010, nr. 269, in materia di capacità tecnica e qualità dei servizi degli istituti divigilanza ed investigazione privata.
Ve lo ricordate il signor Bolkestein, il terrore di tutte le imprese di servizi europee? Era quel Commissario UE che nel 2006 ha fatto adottare l’omonima Direttiva volta a rimuovere ogni ostacolo giuridico e amministrativo nell’ambito dell’Unione Europea relativa ai servizi “commerciali”. La Direttiva non ha riscosso grandi simpatie, soprattutto da parte dei sindacati (la foto a latere è stata reperita su Internet durante le contestazioni). Per quanto riguarda il nostro settore, tra i servizi della Direttiva Bolkestein erano stati disinvoltamente ricompresi anche quelli di sicurezza privata. Col risultato che l’Italia, come gli altri paesi europei del resto, sarebbe quindi stata lanciata nel ring del liberismo più sfrenato. Con una dote tutta sua, però: gli oltre 70 anni di restrizioni dovute al TULPS. Un paradosso per cui gli operatori italiani si sarebbero dovuti procurare la licenza del 134 (con tutto quel che seguiva, tariffe di legalità comprese), mentre gli operatori esteri avrebbero fatto il bello e il cattivo tempo sul mercato italiano, essendo assoggettati soltanto alla legge del paese d’origine.
ROMA – Il 16 marzo 2011 entra in vigore il DM sulla capacità tecnica, primo dei quattro decreti attuativi del D.P.R. 153/2008, che ha impostato l’architettura complessiva della riforma della sicurezza privata.
Tre i punti essenziali di questo primo atto della riforma del TULPS, che per l’adeguamento degli Istituti già esistenti lascia 18 mesi di tempo, ma è già efficace per le nuove realrtà che si affacciano sul mercato.
ROMA – Dopo 70 anni di onorata attività da “operai con la pistola”, le guardie giurate hanno ottenuto nel 2008 lo status di “incaricato di pubblico servizio“, ma la qualifica non soddisfa l’On. Antonio di Pietro (IdV), che ha posto un’interrogazione a risposta scritta al ministero dell’Interno relativa al “riconoscimento giuridico di status, poteri e funzioni alle guardie particolari giurate ” (atto C.4/10671). Ripercorrendo la storia della vigilanza privata, Di Pietro chiede anche l’uso di sistemi di segnalazione visiva (i lampeggianti blu sono ora preclusi e quelli arancioni sono limitati alle emergenze) e, soprattutto, la concessione di poteri che esulino dalla qualifica di incaricato di pubblico servizio, probabilmente per spingersi – anche se la nota non lo esplicita – nella sfera del pubblico ufficiale.