La FISASCAT sul rinnovo CCNL della vigilanza privata: guardiamo ai fatti

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Ne parliamo con Vincenzo dell’Orefice, Segretario Nazionale di FISASCAT-CISL

Attraverso l’accordo separato, il CCNL diventa di fatto un contratto di regole, mentre la partita economica si gioca principalmente sui contratti territoriali. Quali sono a questo punto i temi sul tavolo della trattativa di rinnovo del CCNL?
Occorre preliminarmente sgomberare il campo da possibili focolai di equivoci: con il Protocollo sulla riforma degli assetti contrattuali sottoscritto il 22 gennaio 2009 non si è privilegiata una strada “ribassista” in tema di contrattazione, anzi. Sulla demagogia e le mistificazioni spacciate per verità assolute ed incontrovertibili da parte di chi quell’intesa non ha condiviso, debbono prevalere i fatti concreti e provati, i dati reali. E questi dati ci dicono che l’indicatore sul quale si baseranno i futuri aumenti contrattuali, cioè l’IPCA al netto dei beni energetici importati, è sensibilmente superiore all’inflazione programmata, cioè all’indice stabilito nell’Accordo del 23 luglio ’93.

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Rinnovo del CCNL della vigilanza privata: aria di crisi

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Il CCNL della vigilanza privata è scaduto due anni fa e le trattative per il rinnovo sono ripartite il 1° aprile dello scorso anno.
Un pesce d’aprile particolarmente indigesto per la base, già esasperata sul fronte salariale e vieppiù amareggiata dall’avvio della trattativa con piattaforme separate. Poiché con l’accordo separato (siglato da Governo, Cisl e Uil) il CCNL è diventato di fatto un contratto “di regole”, mentre la parte economica si giocherà sui contratti territoriali (bah), i temi più scottanti sul piatto sono ora la regolamentazione del cambio d’appalto e la definizione delle figure professionali “bordeline” (portieri, receptionist & co.) Ma qual è lo stato di avanzamento lavori al tavolo di trattativa? Come si profilano le relazioni fra le parti sociali? E quelle tra le diverse organizzazioni?

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Vigilanza privata, servizi disarmati e portierato

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Ne parliamo con Angela Vagni, Presidente di Anisi

Come è nata Anisi? A quali figure si riferisce e con quali obiettivi?

Anisi nasce dalla volontà di alcune aziende operanti nel settore dei servizi integrati che hanno ritenuto necessario creare un‘associazione di categoria forte per veder rappresentati gli interessi degli operatori ad ogni livello istituzionale. L’associazione ha il compito di associare tutte le aziende che operano nel mondo dei servizi integrati efiduciari in genere. Per intenderci: tutte le aziende che svolgono servizi di portierato, custodia, reception, antincendio, insomma tutti quei servizi che da oltre 15 anni vedono una sempre maggior terziarizzazione ad opera di aziende ed enti pubblici.
L’associazione, che si inserisce come rappresentante di un intero settore specialistico all’interno di Federsicurezza, intende dare rappresentatività ad un comparto che oggi rappresenta oltre 70.000 addetti; per fare questo ha come primo scopo la redazione del primovero contratto di categoria,a cui ovviamente seguiranno poi tutte le attività istituzionali per consentire un pieno riconoscimento delle attività svolte dalle aziende associate.

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