E’ una vigilia di protesta e rivendicazione per i circa 100.000 operatori della vigilanza privata e addetti alla sicurezza, che dopo 54 mesi di trattative, non vedono alcuno spiraglio per rinnovare il CCNL di settore. Oggi 24 dicembre il settore è dunque in sciopero nazionale. È questa la conclusione cui si è arrivati l’11 dicembre 2020, dopo l’ennesimo incontro infruttuoso tra Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS UIL con le associazioni datoriali: “una decisione assunta non a cuor leggero”, spiegano i sindacati, “nella consapevolezza che il paese sta attraversando una fase difficilissima, ma resa inevitabile dall’intransigenza delle imprese del settore che, incuranti del tempo trascorso senza alcun adeguamento salariale e nelle tutele, strumentalizzano la situazione al solo fine di rinviare sine die il rinnovo del CCNL”.
“Durante questi mesi di emergenza sanitaria, migliaia di lavoratori e lavoratrici della vigilanza privata e addetti alla sicurezza hanno continuato ad operare, oltre che nella normale attività loro propria, anche per collaborare con enti pubblici ed imprese private nella gestione delle procedure di sicurezza. Uno sforzo realizzato spesso in condizioni di precaria sicurezza del proprio lavoro, e con inasprimento del già gravoso impegno quotidiano, senza riconoscimento alcuno. Tutti i tentativi operati dalle organizzazioni sindacali per arrivare ad un accordo si sono scontrati con la netta ritrosia delle associazioni datoriali, il cui unico obiettivo è la conservazione e, persino, il peggioramento delle norme del rapporto di lavoro con la negazione di qualunque riconoscimento salariale”.
Una strategia, proseguono i sindacati, perseguita da anni, che ha portato il settore a ridursi ad una “giungla selvaggia”, nella quale livelli di concorrenza imbarbariti, appalti al massimo ribasso, “pirateria contrattuale”, violazioni di norme per l’esercizio dell’attività si scaricano sulla vita delle guardie particolari giurate e degli addetti alla sicurezza.
Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS, insieme ai segretari generali di CGIL-CISL-UIL, hanno anche inviato una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai ministri Luciana Lamorgese e Nunzia Catalfo per chiedere un incontro per approfondire i temi che affliggono il settore sotto il profilo regolamentare.