Le principali associazioni della sicurezza privata sono state ricevute dal sottosegretario all’Interno Nicola Molteni. Pretesto dell’incontro era la Circolare ministeriale del 18 luglio scorso, che ha modificato la Circolare Gabrielli destando qualche perplessità, ma l’obiettivo del lungo periodo è di avviare un tavolo tecnico permanente, che riapra la tradizione dialogata del passato tra mercato e istituzioni. Ampissima la disponibilità all’ascolto da parte del Sottosegretario, che ha chiarito alcuni punti critici e sottolineato l’importanza della sicurezza privata nel piano politico del Governo.
Franco Cecconi, Presidente di AISS, nel ricordare come già lo scorso anno la Circolare Gabrielli sia stata oggetto di specifici chiarimenti – sia pur non pienamente “recepiti” dall’utenza – in merito alla corretta distinzione tra steward e addetti ai servizi di controllo ex Dm 269/2010, ha sottolineato come anche la nuova Circolare, facendo riferimento ad “operatori di sicurezza” intesi come volontari, protezione civile ed ex appartenenti alle forze dell’ordine, rincari la confusione tra safety e security che oggi regna in Italia. Si rischia così di aggravare una situazione, già delicata, di mancato rispetto delle competenze e della professionalità degli operatori del settore della sicurezza privata. Una commistione che rappresenta un danno non solo economico per le aziende autorizzate ex art. 134, ma anche un rischio per la sicurezza e l’incolumità pubblica, oltre a prestarsi a scelte di imprenditori e amministrazioni “disinvolte”, che non riconoscono la sicurezza come risorsa, ma solo come un costo da contenere il più possibile.
A tal proposito, i tecnici del Ministero presenti all’incontro hanno chiarito come la Circolare, intesa come strumento ad adiuvandum rivolto ai sindaci nell’organizzazione di pubbliche manifestazioni, attenga esclusivamente alle misure di safety e non invece alla security, non escludendo in alcun modo l’impiego tradizionale degli operatori della sicurezza ex Dm 269/2010. Forse – hanno spiegato – l’accezione di operatori di sicurezza può aver creato confusione, ma rimane assolutamente impregiudicato il campo di applicazione del Tulps, così come il ricorso a specifiche figure professionali. Tra l’altro, una ancor più recente circolare del capo della protezione civile escluderebbe espressamente la possibilità di ricorrere alla protezione civile per la security (vedi a piè di pagina).
“Apprezziamo il chiarimento – ha commentato Cecconi, ma siamo altrettanto consapevoli che l’interpretazione comune non è purtroppo quella che ci è stata fornita dai tecnici, e ce lo confermano le decine di segnalazioni che ci provengono dai nostri associati, sempre più spesso “spodestati” dal ricorso a servizi non professionali ma di certo più economici, e questo ben al di là dei limiti fissati dalla normativa regolamentare. Chiediamo pertanto – ha concluso – l’istituzione di un tavolo di consultazione e lavoro permanente tra le associazioni di categoria e il Ministero dell’Interno”.
“Il problema – ha aggiunto Luigi Gabriele, Presidente di FederSicurezza – non si esaurisce purtroppo nella sola Circolare Gabrielli, della quale possiamo sì comprendere le motivazioni, ma non l’approccio ad un sistema sicurezza che, data la varietà e la complessità delle competenze, dovrebbe essere prima politico che tecnico. E’ la prima lettura – ha spiegato – quella che purtroppo conta per il mercato, che vuole sicurezza ma non vuole spendere, e di certo non si preoccupa di verificare se nel frattempo l’amministrazione emette correttivi alle norme. Norme che, paradossalmente, vengono periodicamente revisionate in senso peggiorativo per le nostre categorie, fino a farci sentire completamente ignorati e bypassati come interlocutori. Prima eravamo in grado di fare da filtro diretto alle istanze delle imprese, mentre, almeno fino ad oggi, la politica dell’amministrazione sembra essere quella di non rispondere, svilendo così anche il nostro ruolo di Associazioni. Se il Ministero, come sta dimostrando di fare, e ancor di più il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, ricominciassero ad interpellarci per un confronto preventivo, molti problemi si risolverebbero a monte, piuttosto che trascinarsi a valle generando incomprensioni e difficoltà operative”.
Roberto Gobbi, Consulente Legale di Federpol, nel confermare la posizione espressa da AISS e FederSicurezza, ha infine rilevato le criticità di una normativa che “crea una via preferenziale per operatori che non sono riconosciuti e adeguatamente formati, tanto da privilegiare figure non definite, piuttosto che professionisti preparati ex lege. Bisogna fare ancora più chiarezza – ha dichiarato – e anche per questo le nostre associazioni sono a completa disposizione, ciascuna con il proprio bagaglio culturale di esperienze e casistiche”.
Il sottosegretario Molteni, nel riaffermare l’interesse del Ministero dell’Interno ad investire in sicurezza, elemento fondamentale per il nuovo Governo, ha ribadito non solo la disponibilità assoluta al confronto per individuare la soluzione ottimale e il più chiara possibile in termini di manifestazioni pubbliche e sicurezza, ma anche l’interesse del suo ufficio a comprendere nei dettagli il comparto della sicurezza privata, ad oggi evidentemente ancora troppo poco conosciuto nelle sue specificità.
L’appuntamento è al rientro dalla estiva per avviare un’analisi tecnica delle prerogative e delle problematiche di un comparto determinante nella sua complementarietà alla sicurezza pubblica.
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