Le infrastrutture critiche sono sempre più sotto attacco, ma anche sempre più vulnerabili, essenzialmente per il mancato coordinamento delle attività di protezione e la mancanza di investimenti in sicurezza. Lo sostiene il Rapporto presentato il 27 aprile scorso alla 38esima Assemblea generale annuale dell’International Security Ligue, Cyber-Physical Security e and Critical Infrastructure. Il nuovo rapporto è un progetto congiunto della Ligue, fondata nel 1934 e che rappresenta le principali società di sicurezza del mondo, e della Confederazione dei servizi di sicurezza europei (CoESS), ed ha visto il contributo di Antonello Villa, vice presidente di Univ e componente di giunta di ConFederSicurezza e Servizi.
Il rapporto descrive le strategie di supervisione e gestione necessarie per proteggere le società nell’era dei sistemi connessi e delle minacce ibride (fisiche/logiche). Enucleando le sfide che devono affrontare le infrastrutture critiche mondiali, il rapporto approfondisce le questioni più critiche con l’ausilio di esperti di sicurezza su temi come la governance della sicurezza integrata, il ruolo della legislazione e della regolamentazione, i penetration test e la valutazione del rischio e la necessaria partnerhip tra pubblico e privato. Il rischio per le infrastrutture critiche cresce man mano che i sistemi legacy delle infrastrutture critiche vengono aperti alla comunicazione e spinti verso il cloud, offrendo agli aggressori nuove opportunità di attacco, e possono verificarsi anche in conseguenza di tensioni geopolitiche, a scopo di riscatto o di terrorismo.
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