Stop a portoghesi e salto del tornello: con il subemendamento della Consigliera Mari (FdI) anche Regione Lazio consente alle guardie giurate di verificare la regolarità dei titoli di viaggio, sanzionare eventuali trasgressori e chiedere le generalità ai passeggeri nel trasporto pubblico. Con due vantaggi: aumentare un deterrente sinora rappresentato dalla sola divisa della vigilanza privata e sopperire alle carenze di personale verificatore delle realtà che si occupano di trasporto locale, ottenendo al contempo nuove economie di scala. Il tema è di particolare interesse nel trasporto su gomma, dove l’attuale rapporto controllori/autisti si aggira sull’1 a 10 e i rischi per la sicurezza sono oggetto di cronaca quotidiana.
Bene dunque l’impiego di GPG anche in queste (e magari anche altre) funzioni, purché ovviamente si prevedano regole d’ingaggio chiare, protocolli operativi e una formazione che tocchi anche tematiche comunicative e relazionali di de-escalation per la gestione dei conflitti. Perché è vero che la sicurezza del trasporto pubblico è il biglietto da visita di una città e l’esperienza di viaggio contribuisce a costruire quella fiducia che fa da volàno per tutte le iniziative urbane, ma per questo non servono pistoleri. Bene quindi che la norma regionale approvata in Lazio riservi queste funzioni alle guardie giurate, escludendo l’intermediazione di manodopera tipica degli operatori fiduciari. Resta però essenziale costruire un perimetro operativo per le GPGP deputate a queste funzioni con una formazione ad hoc e, a corollario, una remunerazione adeguata.
Il tutto a breve, visto che parliamo di personale specializzato ex DM 154 e che deve essere esaminato da una Commissione, non di rado con tempi biblici.
Un primo passo è che la formazione professionale è, in quota parte, finanziabile con programmi regionali.
Un secondo punto è che la svolta normativa del Lazio, seppur in ritardo rispetto ad altre regioni, potrebbe fare, per strategicità e ampiezza del territorio, da apripista per portare il tema sul piano nazionale. Basterebbe per cominciare a considerare la sicurezza come investimento che valorizza il patrimonio e gli asset del trasporto pubblico e non come mero costo operativo? Ne dubitiamo, ma da qualche parte si deve pur partire.
Questa la modifica all’art. 40 della LR n. 30/1998 di Regione Lazio: “La Regione, le province ed i comuni esercitano la vigilanza ed effettuano controlli periodici per l’accertamento della regolarità e della sicurezza dei servizi di trasporto pubblico di rispettiva competenza. Nell’ambito di tali attività, possono altresì, affidare, anche tramite l’ente gestore, il controllo, la prevenzione, la contestazione e l’accertamento sull’osservanza delle disposizioni per la cui violazione è prevista una sanzione amministrativa anche alle guardie giurate autorizzate ai sensi dell’articolo 133 del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 (Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) e del regio decreto 6 maggio 1940, n. 635 (Approvazione del regolamento per l’esecuzione del testo unico 18 giugno 1931, n. 773 delle leggi di pubblica sicurezza) e successive modifiche, o al personale con la stessa qualifica appartenente a istituti di vigilanza privata, in assenza del personale della polizia ferroviaria e di altri ufficiali e agenti di polizia giudiziaria”.