Ripartono sport ed eventi: e gli addetti alla sicurezza?

21 Apr 2021

di Ilaria Garaffoni

pallone-calcio-stewart-vigilanza-privata-onlineDal 1 maggio, secondo la roadmap annunciata dal Presidente Draghi, dovrebbe tornare il pubblico negli eventi sportivi e dal 1 Luglio dovrebbero riaprire congressi e fiere: che sia la volta buona per far ripartire anche un settore rimasto sinora senza lavoro e a lungo senza aiuti fiscali ed economici? Parliamo del non irrilevante comparto degli addetti ai servizi di controllo nelle attività di intrattenimento e spettacolo (ex buttafuori, per intenderci), che per oltre un anno hanno perso interamente il loro mercato d’elezione: eventi, fiere, spettacolo, sport, discoteche ecc.
Ne parliamo con Andrea Ambrosino, vicepresidente di Cooperativa Scuola Lavoro, ente di formazione accreditato che il 30 Aprile chiuderà le iscrizioni al corso online per ex buttafuori (riconosciuto dalla Regione Toscana).

Quali requisiti di legge vengono accertati dalla Prefettura per l’iscrizione di un candidato nell’apposito elenco? Che durata ha il corso e che validità ha?

Quella dell’addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi (cd. ex buttafuori, anche se questa espressione pare sminuente, viste le professionalità che oggi devono essere messe in campo) è una figura normata dal DM 6 ottobre 2009. I requisiti vengono dettagliati nell’art 1, e possiamo sintetizzarli con: aver compiuto 18 anni, essere psico-fisicamente idoneo all’attività, disporre almeno di un diploma di scuola secondaria di primo grado (la vecchia scuola media), non aver riportato condanne penali o aver subito misure di DASPO. A questi poi si aggiunge l’aver svolto un corso di formazione professionale che deve essere riconosciuto (o organizzato direttamente) dalle Regioni. Il corso ha una durata di 90 ore e ha validità sul territorio nazionale.

Nelle prime fasi dell’emergenza c’è stata una corsa alla figura più titolata a svolgere funzioni di controllo del social distancing. Tra addetti ai servizi di controllo, steward, operatori fiduciari e guardie giurate, qual è a suo avviso la figura più adeguata, anche in termini di formazione?

Diciamo che in piena emergenza ognuno è andato per la sua strada: del resto il settore si è trovato da un giorno all’altro a dover rispondere ad un’esigenza che fino a poche ore prima neppure esisteva. Ed è scattato il far west della committenza, che ha utilizzato pure dei volontari, ingolosita anche dalla proposta delle guardie civiche assoldate tra i percettori di reddito di cittadinanza. Personalmente, in materia di social distancing toglierei dal piatto la guardia particolare giurata, cui la legge affida delle specifiche funzioni ed alla quale non porrei in capo incombenze ulteriori. Quanto alle altre figure da lei citate, occorre valutare la situazione. Molti oggi si sono organizzati con steward e addetti alla sicurezza.

Questo forse si deve anche al fatto che gli addetti alla sicurezza sono preparati a contenere reazioni avverse o situazioni dagli sviluppi imprevedibili (e il social distancing non è misura gradita a tutti, come insegna la cronaca). Ma che materie studiano gli ASC?

Le materie sono quelle previste da DM e dagli ordinamenti regionali. Si lavora su tre aree: giuridica, tecnica e psico-sociale. I candidati affrontano la normativa in materia di ordine e sicurezza pubblica, norme penali e responsabilità dell’addetto al servizio di controllo; formazione in ambito safety, prevenzione incendi e primo soccorso; e soprattutto tecniche di comunicazione ed in particolare capacità di concentrazione, autocontrollo e contatto con il pubblico, comunicazione verbale adeguata, consapevolezza del proprio ruolo professionale, orientamento al servizio e alla comunicazione anche in relazione a persone diversamente abili.

L’ASC non ha nessun incarico di pubblico servizio o pubblico ufficiale, non indossa armi e non può usare la forza: come si può difendere?

Porrei la domanda diversamente. Non è infatti tanto un problema di difesa personale, quanto piuttosto di corretta analisi e comprensione – e quindi, a cascata, di gestione – di qualunque situazione si possa presentare. Essere addetto alla sicurezza significa saper leggere le situazioni, comprendere il linguaggio non verbale e quello paraverbale di chi ci si trova innanzi, analizzare ed interiorizzare il contesto, tenere gli occhi sempre ben aperti e, in caso, allertare le autorità.

Nonostante il settore sia ampiamente normato, esistono varie forme di abusivismo (lato personale addetto, ma anche lato locali): perché?

Bella domanda. Purtroppo in ambito security esistono diverse forme di abusivismo: è cronaca quotidiana e tocca in maniera trasversale tutti i servizi – dal portierato alla vigilanza privata, passando per stewart ed ex buttafuori. Se infatti la proliferazione di diverse figure ha, da una parte, dato un indirizzo certo al mercato in termini di formazione, qualifica e mansioni, dall’altra parte ha però generato anche delle zone d’ombra che non è sempre facile individuare a priori.
Il fenomeno dall’abusivo si combatte con i controlli dell’autorità. La consapevolezza e la cultura da sole, seppur fondamentali, possono solo operare nel tempo, come un processo di erosione della mentalità dominante. E’ quindi fondamentale un maggiore coinvolgimento delle autorità competenti. E, dove serve, denunciare.

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