Tecnologia, approccio green, diversity, inclusione, responsabilità sociale, sicurezza cyber: tutti temi “macro” che non lasciano esenti le imprese della vigilanza privata più evolute. Nel nostro viaggio nella security al femminile, ne abbiamo parlato con una giovane imprenditrice al timone di un’impresa con 50 anni di storia: Francesca Zanè, Consigliere d’Amministrazione presso Civis SpA.
Ci siamo conosciute in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulla donna. Cosa si prova ad essere una giovane donna imprenditrice in un settore di appannaggio ancora in prevalenza maschile?
Da bambina, mio padre Gianpietro mi parlava del suo lavoro menzionando sempre e solo figure maschili. Già allora mi chiedevo come mia zia Diana riuscisse a farsi valere quarant’anni fa in un mondo di uomini. Evidentemente ce l’ha fatta, visto che lavora ancora nella vigilanza privata.
Quando sono entrata io la situazione non era poi così dissimile: la prevalenza è sempre maschile, ma ad oggi il Gruppo Civis conta un centinaio di impiegate amministrative, 700 guardie giurate donne e operatrici fiduciarie su un organico di 3.000 persone. Nel CdA le donne sono tre, nelle Centrali Operative lavorano molte donne gpg e le figure commerciali di sesso femminile sono numerosissime. Ritengo quindi che, anche se ancora oggi si può riscontrare un certo pregiudizio nel vedere una donna imbracciare l’arma, la mentalià stia cambiando.
Come si chiuderà per voi questo 2021? Che tipo di mercato ci ha consegnato il Covid? Quali trend si staglieranno nel new normal con quale il settore dovrà confrontarsi?
Il 2021 si chiuderà per noi in maniera positiva. Negli ultimi due anni abbiamo visto innumerevoli cambiamenti nei servizi: i fiduciari hanno subito un’impennata perché vi era l’esigenza, in particolare per la GDO, ma anche per Asl, ospedali e tribunali, di rilevare la temperatura e oggi anche il green pass. In piena emergenza le nostre pattuglie si vedevano sfrecciare nei centri urbani deserti, accompagnate solod alle Forze dell’Ordine ed alle ambulanze. Aabbiamo fornito un grande supporto al paese. Non a caso a giugno 2020 una guardia giurata del Gruppo Civis ha avuto l’onore di essere premiata Cavaliere della Repubblica per il particolare impegno nel servizio reso alla comunità. Particolarmente colpito durante la pandemia è invece stato il settore del trasporto e contazione valori, che ha subito una fortissima contrazione. Nel 2021 rispetto al 2020 abbiamo registrato un miglioramento, seppur non sia tornato ai livelli ante-emergenza. Un tema che è emerso nel 2021 è quello dei cyber attacchi: il caso di Regione Lazio ne è stato un esempio eclatante. La sicurezza informatica, prima da molti avvertita come una problematica tutto sommata lontana, è oggi al centro delle politiche aziendali di qualunque realtà d’impresa.
Quali sono a suo avviso le criticità più esiziali del mercato italiano della vigilanza privata?
Purtroppo ci troviamo in un momento di stasi, di certo non aiutato dalla pandemia. Il CCNL è scaduto oramai da cinque anni, questo significa che se il costo della vita è aumentato, il nostro personale non ha ricevuto un riadeguamento economico. La difficoltà è anche quella che non tutti gli Istituti di Vigilanza Privata adottano lo stesso CCNL, oltre ai vari Contratti Provinciali.
Quali sono invece le opportunità e le sfide che intravvede per il settore?
L’opportunità più grande oggi ce la offre la tecnologia, con i suoi innumerevoli campi di applicazione. L’esempio più attuale è WinLet: un bracciale indossabile dedicato alla sicurezza delle donne dotato di un pulsante che, una volta premuto, genera un allarme verso le nostre Centrali Operative, attive 24h. La pressione del pulsante avvia contestualmente una potentissima sirena con il triplice scopo di disorientare l’aggressore, richiamare l’attenzione dei passanti e mettere in fuga l’aggressore. Civis ha creduto fin dall’inizio in questo progetto, definendo una partnership aziendale con i produttori. Ci siamo posti in prima linea per rendere socialmente utile l’attività che da generazioni siamo abituati a svolgere: tutelare, proteggere, dare sicurezza. E questo mi porta alla seconda parte della sua domanda: tra le più grandi opportunità per il settore, ma anche tra le più grandi sfide, si annovera l’attesa regolamentazione dei servizi di sicurezza alla persona. L’85% dei paesi dell’UE oggi regolamenta già questo tipo di attività: non possiamo contraddistinguerci per essere arrivati ultimi.
Green, inclusione, responsabilità sociale: sono temi che non lasciano esenti il settore vigilanza e che a livello europeo vengono trattati diffusamente. Come si relaziona Civis con queste tematiche?
Civis da qualche anno ha intrapreso un percorso di sostenibilità ambientale: abbiamo numerose automobili elettriche per il pattugliamento dei centri urbani: da Milano a Vigevano, Padova e Como. Un bellissimo esempio è l’isola di Albarella, nota isola-green, dove – oltre alle auto elettriche – il nostro personale utilizza monopattini e moto elettriche. Abbiamo poi sviluppato internamente diverse app, tra le quali un’app crittografata che abbiamo diffuso tra il nostro personale per migliorare e facilitare la comunicazione tra comandi e guardie giurate o operatori fiduciari che lavorano sul territorio. Per minimizzare l’uso della carta, gli ordini di servizio non sono più cartacei bensì informatici, le buste paga non sono più consegnate a mano ma sono visibili su portali web dedicati, i buoni pasto non sono più cartacei bensì elettronic ed abbiamo inoltre digitalizzato tutta la modulistica contrattuale con i clienti e tutti gli strumenti di marketing. In tema di responsabilità sociale, Civis per le festività natalizie 2021 ha effettuato una donazione per sostenere un’importante Fondazione Italiana che aiuterà due giovani ragazzi italiani particolarmente fragili nel percorso di reinserimento nella società, inoltre cooperereremo all’acquisto di generi alimentari e prodotti di prima necessità per le famiglie più bisognose.