Travel Security e vigilanza privata: cosa è cambiato con il Covid?

07 Feb 2022

di Ilaria Garaffoni

Pensiamo alle aziende che lavorano con l’estero, soprattutto in zone difficili a livello sociopolitico o sanitario: il datore di lavoro deve tutelare la sicurezza dei lavoratori anche quando sono in trasferta. Di questo si occupano le società di travel security. E che c’entra con la vigilanza privata, visto che le guardie giurate non possono tutelare la persona? C’entra perché la travel security comprende diverse misure preventive, di analisi del rischio, di formazione e informazione. Ne parliamo con Lucio Mattielli, Chief Security Officer Sicuritalia Security Solutions.

Travel Security: di cosa si tratta? Che tipo di mercato è, quali volumi presenta, che fatturato movimenta in Italia?

Si tratta dell’insieme di prodotti e servizi per la sicurezza del personale viaggiante, trasfertista o expat, di aziende italiane ed internazionali. E’ un mercato con dei volumi particolarmente importanti perché al suo interno troviamo anche i servizi di close protection esteri, i servizi di consulenza per la gestione della crisi fino all’impiego di mezzi aerei per l’esfiltrazione o il rimpatrio di personale in difficoltà in aree ad alto rischio.

Parliamo di Covid: quanto ha danneggiato il mercato della Travel Security ma quanto, per converso, potrà ingrossarlo a causa dei nuovi rischi sanitari che la pandemia ha portato con sé?

I danni sono direttamente proporzionali a quelli subiti dal comparto “business travel”. Con il quasi azzeramento delle trasferte di lavoro, le contrazioni della domanda hanno sfiorato in alcuni casi l’80%.
Dobbiamo anche considerare che il Covid ha causato un cambiamento della trasferta – in termini di volumi e modalità – in parte permanente. Infatti confermo che la pandemia ha ulteriormente accelerato la convergenza tra Security e Safety fino a spingere queste due discipline per la prima volta nell’area “salute e sanità” alimentando il mercato dei voli sanitari, della creazione di aree sicure anche dal punto di vista sanitario e più in generale della prevenzione dei rischi pandemici.

Le imprese con licenza ex art. 134 TULPS non sono autorizzate a fornire servizi di difesa della persona: in che modo si possono fornire servizi di Travel Security in Italia?

Fermo restando che la sicurezza delle persone in Italia è esclusiva competenza delle forze dell’ordine, abbiamo già accennato che nella travel security sono comprese una serie di misure preventive, di analisi del rischio, di formazione e informazione che non solo sono lecite e affidate ai privati, ma sono anche obbligatorie in alcuni contesti.

La nuova Prassi di riferimento UNI/PdR 124:2022 analizza i requisiti operativi e le responsabilità dei professionisti della Travel Security, individuando tre figure. Era necessaria? Sarà utile? In Italia il mercato è in linea con queste richieste, per quanto di soft low?

In realtà, in Italia molte aziende sono ancora alle prese con gli adeguamenti di conformità rispetto agli obblighi di legge, come il d.lgs. n.81 del 2008 che, nonostante sia molto chiaro, viene spesso ancora erroneamente interpretato solo in riferimento alla sicurezza sul lavoro e non in un contesto più ampio di rischi e minacce anche del personale viaggiante. Ma sono comunque certo che ogni strumento che dia dei riferimenti, aiuti almeno nel fare cultura.

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