Mancano poche ore alla chiusura di questo disgraziato 2020 e ci piace riprendere le riflessioni di Andrea Ambrosino, consulente e formatore, security manager, RSPP, DPO e responsabile qualità in diversi istituti di vigilanza privata, oltre che attento osservatore del settore security. Nel ripercorrere un anno di crisi e di scivoloni più o meno o grossi della politica, dell’autorità tutoria, della committenza e del settore stesso, sempre avvitato in un rinnovo contrattuale che non risolverà comunque i problemi sistemici del comparto, l’autore si sofferma sul Covid quale moltiplicatore di criticità preesistenti. Dall’abusivismo al dumping contrattuale, dalla guerra tra poveri alla tendenza a non investire o a limitarsi (quando va bene) allo stretto adempimento normativo. In un 2020 che ha messo alla prova tutti, è rimasto a galla non a caso chi negli anni aveva investito con lungimiranza in riforme del processo produttivo, in dotazioni tecnologiche, certificazioni e percorsi formativi capaci di guardare oltre il mero obbligo di legge. Perchè i tanto invocati controlli dell’autorità, in mancanza di una vision imprenditoriale chiara, serviranno a poco in un 2021 che potrebbe mostrare un volto non meno lugubre dell’anno che si sta chiudendo. Ma da inguaribili ottimisti, crediamo che la lezione verrà recepita e auguriamo un buon 2021 a tutti.
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