Da centro di costo a funzione apicale: prospettive di formazione per il security manager

28 Set 2020

di Ilaria Garaffoni

Il Covid ha reso visibili le guardie giurate, ha mostrato che la vigilanza privata riveste una funzione sociale che incide sulla collettività e ha insegnato che la business continuity è l’unica risposta possibile all’emergenza. Risultato? La security, spessa ritenuta un improduttivo centro di costo, viene oggi coinvolta in tutti i progetti in funzione di consulenza e accentramento dei processi decisionali, oltre che come rete informativa qualificata. In questo contesto il security manager è la figura chiave e la qualità della sua formazione è una base imprescindibile non solo per chi deve adeguarsi, ma anche per chi vuole conoscere una professione che offre oggi notevoli opportunità. Ne parliamo con Andrea Ambrosino, Presidente di Vale srl, leader nella formazione e consulenza per il settore vigilanza, nota per i portali Accademia della Sicurezza e Formazione Vigilanza, che si accinge a dare il via alla IV edizione del corso per security manager.

Da centro di costo a funzione apicale: dopo il Covid, il security manager è al centro dei processi decisionali. Dal vostro osservatorio privilegiato, registrate questo cambio di passo?

Stiamo sicuramente vivendo un cambio di paradigma: se prima dell’emergenza i nostri corsi erano prevalentemente frequentati da operatori della vigilanza privata con necessità di adeguamento alle norme, oggi rileviamo molto interesse anche da parte di soggetti terzi. Questo perché la stessa utenza finale, con la quale abbiamo costanti contatti, richiede oggi un’elevata professionalità e ha compreso, spesso sulla propria pelle, che il Security Manager non può lavorare da solo ma deve saper dialogare con l’RSPP e il responsabile privacy. Oggi come non mai security fisica e logica, safety e privacy si sono intrecciate tra loro: il tempo dell’improvvisazione è finito.

Il Covid ci ha insegnato insomma che la sicurezza non è più il brutto anatroccolo che costa senza produrre, ma è una funzione imprescindibile. Del resto le aziende che avevano dei piani articolati di gestione del rischio hanno saputo affrontare meglio la pandemia…

Di certo la prima lezione impartita dal Covid è che l’insicurezza costa infinitamente di più della sicurezza. E coinvolge l’intero sistema paese, producendo danni assai tangibili. Di conseguenza, saper organizzare dei piani di prevenzione e di risposta all’emergenza diventa un valore sempre più evidente e spendibile a 360°. Oggi sono le imprese a richiedere la figura del Security Manager anche laddove non sia resa obbligatoria per legge. Il Consiglio Regionale del Lazio ha imposto il security manager negli ospedali pubblici e privati regionali: è un segnale importante. E la professionalità è una base imprescindibile, che ovviamente parte dalla formazione per approdare poi alla certificazione delle competenze.

Cosa contraddistingue il vostro modo di formare queste figure?

Credo che la risposta più corretta alla domanda la possano dare i nostri clienti: siamo l’unico corso patrocinato dagli stessi Istituti di Vigilanza che lo seguono… Del resto la nostra è da sempre una scelta di campo: ci occupiamo esclusivamente di consulenza e formazione per la security, siamo focalizzati su questo settore e vantiamo un network di docenti che sono noti professionisti sul campo. Seguire il corso per Security Manager valorizza il curriculum per titolare, institore, direttore tecnico di Istituti di Vigilanza, funzionario e dirigente della PA e chiunque operi nella sicurezza. L’attestato di frequenza, previo superamento dell’esame finale, è valido ai sensi della norma UNI 10459:2017 e dei DM 269/2010 e DM 56/2015. Per sostenere la professionalità oltre l’adempimento ed accompagnarla nel tempo, è poi possibile certificare il percorso formativo.

In rete stanno proliferando corsi per covid-manager: le competenze sanitarie saranno la nuova frontiera del security management?

Più che competenze sanitarie, che a mio avviso devono restare in capo al personale medico, servirà una profonda riflessione sul piano procedurale per capire se il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro risulti ancora adeguato. Servono competenze manageriali perché solo grazie alla sua professionalità il Security Manager può assumersi responsabilità anche scomode, come ad esempio opporsi alla scelta di impiegare portieri al posto di guardie giurate nei casi previsti della norma. E’ chiaramente un problema culturale. Ora, al di là delle riflessioni sul perché ancora si confondono i portieri con le guardie o si pensa che basti un estintore per essere a norma, è il momento di fare un cambio di passo: bisogna sostenere quel processo di cambiamento che la pandemia, per forza di cose, ha innescato. Per questo nel nostro piccolo, attraverso i portali Accademia della Sicurezza (www.accademiadellasicurezza.org) e Formazione Vigilanza (www.formazionevigilanza.it), durante il lockdown abbiamo aderito con forza al programma di Solidarietà Digitale promosso dal Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione: da marzo ad agosto abbiamo erogato gratuitamente migliaia di corsi di formazione in materia di safety e security. Ora ci accingiamo a dare il via alla IV edizione del corso per security manager.

E allora in 5 parole ci dica qualcosa su questo corso…

Corso per Security Manager secondo la norma UNI 10459:2017: inizio 23/10/2020; termine 22/01/2021; scadenza per l’iscrizione 19/10/2020. Erogazione totalmente online di 120 ore (80 in webinar e 40 in formazione a distanza) con tutte le comodità che ci possono essere nel seguire un corso da casa o dal proprio ufficio. Non saranno 5 parole, ma l’essenza è questa: per i dettagli consultate il sito https://www.corsosecuritymanager.it/

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