UGL Sicurezza Civile non ha proclamato sciopero poiché, ad oggi, non ci sono dati certi sulle possibili ripercussioni della pandemia nel settore sicurezza e vigilanza privata. “Per adesso abbiamo chiesto un ristoro economico quale acconto sul futuro contratto: quando avremo dati certi sugli effetti del Covid, potremo mettere a punto un contratto serio, anche innovativo, che permetta di mantenere l’occupazione e di creare nuove tipologie di lavoro” – con queste parole Enrico Doddi, segretario nazionale di UGL Sicurezza Civile, commenta lo sciopero proclamato per oggi 24 dicembre.
“Le trattative vanno a rilento, ma ogni rinnovo contrattuale comporta almeno 3-4 anni di discussione e la pandemia ha rallentato anche i tempi della contrattazione. Le imprese temono il crollo, nonostante i servizi fiduciari siano stati incrementati. Il mondo attorno a noi è cambiato e la sicurezza non è un’isola felice perchè fornisce servizi. Se viene meno l’utenza, si ridurranno anche da noi i posti di lavoro e sono molto preoccupato della tenuta occupazionale una volta che cesserà lo stop ai licenziamenti” – continua Doddi. E specifica che in questo scenario, “scioperare la Vigilia non porterà ad un’accelerazione nella contrattazione: sembra più un forzare la mano, visto che seguono altre festività. Il 24 dicembre non si faceva sciopero da 40 anni, quando eravamo agli albori e cercavamo i nostri spazi”.
Spazi che ad oggi non paiono conquistati, visto che il Governo sta facendopoco o nulla: “la Commissione Consultiva istituita presso il Ministero dell’Interno è ferma da mesi perché le priorità adesso sono altre: per noi la vera priorità, non appena riprese le attività, sarà chiedere che gli istituti pirata – cioè quelli che non rispettano le norme – si mettano sunito in regola o chiudano definitivamente perchè così creano un grande danno”.