Il Capo della Polizia ha rilasciato una circolare, pubblicata il 24 Aprile 2019 e dedicata allo spinoso tema dell’indebita commistione tra servizi di portierato e servizi di vigilanza privata. La circolare, intitolata “Servizi di Vigilanza e custodia del patrimonio altrui riservati agli Istituti di Vigilanza Privata e servizi di portierato. Contrasto dei fenomeni di abusivo esercizio delle attività di Vigilanza Privata”, affronta un tema molto contestato, soprattutto in tema di appalti per servizi di global service, dove il confine tra attività esclusive della vigilanza e portierati si fa ancor più labile. Complice anche una discreta confusione normativa. La circolare, richiamando la normativa e la giurisprudenza in argomento, specifica che l’esercizio di attività esclusive della vigilanza privata da parte di portierati concretizzi il reato di abusivismo, punibile anche penalmente (è mai accaduto?)
Soprattutto la circolare si sofferma sulla discrezionalità insita nella definizione di servizi con esigenze di sicurezza talmente “speciali” da esigere l’esclusivo utilizzo di guardie particolari giurate (art. 256- bis, comma 3, R.D. n. 635/1940). Sul tema la circolare introduce un elemento di novità, attribuendo all’Autorità Amministrativa (non alla stazione appaltante, come in genere avviene) la valutazione della “specialità” delle esigenze di pubblica sicurezza. Un’interpretazione che dovrebbe restringere l’attuale discrezionalità delle committenze.
E veniamo al punto più innovativo: il piano d’azione contro l’abusivismo, il cui primo passo sarà un’opera di corretta informazione ed educazione della domanda pubblica e privata da parte delle Prefetture. Seguirà una fase di controlli “ad alto impatto”, rimandati per il dettaglio ad una successiva circolare d’indirizzo.
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