Security manager obbligatorio per le infrastrutture critiche del Friuli Venezia Giulia

Qualcosa si muove. E visto che non lo fa il Parlamento, ci pensano le Regioni (in altri casi la ASL). E’ il caso del Friuli Venezia Giulia, che nella sua legge regionale 03/032023 (art. 52) parla di “Security manager regionale per le infrastrutture critiche regionali”, conforme alla norma UNI 10459 e certificato, che si occupa di analizzare e gestire “tutti i rischi di natura dolosa e/o criminosa, colposa o accidentale” e di predisporre misure per monitorare e mettere in sicurezza le infrastrutture critiche del territorio. Un professionista in analisi del rischio che verrà interpellato, si spera, anche per la stesura dei bandi di gara per servizi di vigilanza privata, evitando – sempre si spera – corbellerie e intoppi (come questo, che sfiorava il ridicolo e che alla fine è stato annullato).

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La Sicurezza Notturna: quando la vigilanza privata ha un ruolo sociale

Nella vigilanza privata parliamo sempre di normative e di mancato rinnovo del CCNL, di recessione e di stazioni appaltanti che vogliono sicurezza ma non sono disposte a spendere un centesimo. Ma queste problematiche cosa significano in concreto per chi lavora sul campo e ogni giorno è costretto a lottare per mantenere le proprie quote di mercato, facendo lo slalom tra regole che cambiano, personale che non si trova e fisco che fa il bello e cattivo tempo? Lo abbiamo chiesto a Iolanda Farris, Presidente de La Sicurezza Notturna di Cagliari e Vicepresidente UNIV, che ci ha dato anche delle buone notizie, ricordandoci che il settore sicurezza può avere un ruolo sociale.

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Revoca del porto d’armi della guardie giurata: solo in casi gravissimi

Interessante sentenza del Tar del Lazio (n. 5257/2023) sulla revoca del porto d’armi alle guardie giurate. Nel caso di specie, una guardia giurata aveva cambiato residenza e comunicato il trasferimento di armi e munizioni solo al momento del rinnovo del libretto per la licenza. Tale comportamento, ritenuto dalla Questura di Roma come omessa denuncia, non è invece fonte di revoca per il Tar, che suggerisce grande cautela e richiede argomenti molto solidi (non certo un episodio non doloso e di nessuna rilevanza per la sicurezza pubblica) per togliere ad un lavoratore la propria fonte di sostentamento.

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Aggressione fisica: la guardia giurata deve intervenire o no?

Striscia la notizia ne ha parlato per giorni:  il reporter Jimmy Ghione è stato aggredito all’egenzia delle entrate e la Guardia Giurata non è fisicamente intervenuta. E ha fatto bene, perchè per legge non si deve occupare di difesa della persona fisica, deve solo segnalare tempestivamente l’evento a chi di dovere (e tra l’altro, se le cose po vanno male, passa anche dei guai). Per quanto sia un vero nonsense del nostro ordinamento, è così: la vigilanza privata protegge il Rolex,  non anche la signora che lo indossa. Il mancato intervento fisico non genera sanzione, nè tanto meno concretrizza il reato di omissione di soccorso.  Sentiamo il commento dell’esperto Leandro Abeille.

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CCNL Vigilanza privata scaduto, sentenze e class action: il pensiero di ANI Sicurezza

Non si trova personale. Un mantra che si sente dappertutto, non di rado con intenti prettamente ideologici. Colpa del reddito di cittadinanza? Di salari troppo bassi? Della riduzione dei flussi migratori sud-nord? Delle nuove aspettative nate con lo smart-working? Dei giovani che amano troppo Netflix e il divano? Sarà, ma nel settore vigilanza privata c’è un CCNL – con minimi bassissimi – scaduto da ben sette anni. Quindi di chi è la colpa? L’abbiamo chiesto a Enzo De Fusco, Presidente della Commissione Sindacale di ANI-sicurezza, Docente Universitario e Consulente del Lavoro (De Fusco Labour & Legal).

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