Vigilanza Privata: interrogazione sull’orario di lavoro

16 Feb 2012

di Ilaria Garaffoni

vigilanza-privata-orario-lavoro

ROMA – La deroga al DL 66/03 per la vigilanza privata, prevista dal DM 27/04/2007 e ribadita dal DL 112 del 25 giugno 2008, porterebbe l’orario di lavoro giornaliero delle guardie giurate a ritmi insostenibili.
Questa la denuncia al ministero del Lavoro di Antonio Borghesi (Italia dei Valori), primo firmatario di un’interrogazione a risposta scritta. Di seguito il testo.

Interrogazione a risposta scritta 4-14687 presentata da ANTONIO BORGHESI il 31/01/2012, seduta n. 579

BORGHESI – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere, premesso che:

– in data 27 aprile 2006, è stato emanato un decreto ministeriale riguardante la deroga del decreto legislativo n. 66 del 2003, che riguarda l’organizzazione dell’orario di lavoro, classificando alcuni servizi della vigilanza privata come servizi di sicurezza sussidiaria per i quali si può applicare tale deroga, dimenticando che il decreto legislativo n. 66 in questione prevede già deroghe in caso di eventi eccezionali e imprevedibili, e che appare all’interrogante in contrasto con le direttive europee 93/104/CE e 2000/34/CE che decretano il limite massimo di ore lavorative settimanali a 48;

– appare evidente l’intento di aumentare l’orario di lavoro ordinario in quanto la maggioranza dei servizi rientrerebbe in tale deroga, disapplicando la volontà del legislatore di garantire e tutelare la qualità della vita dei lavoratori;

– con la sentenza della Corte di giustizia della Comunità europea del 13 dicembre 2007 C-465/05 si sancisce definitivamente la natura privatistica e a scopo di lucro delle imprese di vigilanza privata (quindi appare evidente la non assoggettabilità a compiti di sicurezza sussidiaria, salvo specifiche richieste di PS).

– Nonostante questo, il Governo italiano, tramite il decreto-legge n. 112 del 25 giugno 2008, riguardante: modifiche al decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66 «Attuazione delle direttive 93/104/CE e 2000/34/CE concernenti taluni aspetti dell’orario di lavoro» ha escluso completamente la vigilanza privata dal sopracitato decreto legislativo 66, con la conseguenza di aumentare spropositatamente l’orario di lavoro giornaliero dei lavoratori di questo settore portandolo a 12/14 o più ore, contravvenendo a quanto sentenziato dalla Corte di giustizia sopracitata e alle direttive europee 93/104/CE e 2000/34/CE trasposte nel decreto legislativo n. 66 del 2003 –

chiede:

– se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra riportati e se intenda assumere iniziative per abrogare le disposizioni penalizzanti previste in tali decreti, in primis il decreto-legge n. 112 del 25 giugno 2008, successivamente il decreto ministeriale 27 aprile 2006, facendo sì che la vigilanza privata sia assoggettata completamente al decreto legislativo n. 66 del 2003 (4-14687).

 

I Video

https://www.anivp.it/

Archivi