Guardie giurate nelle città pagate con le tasse di soggiorno?

Pubblichiamo la lettera di un Security Manager sul protocollo “Mille occhi sulle città”, che prevede funzioni di osservazione e raccolta di informazioni sul territorio da parte della vigilanza privata a fini di sicurezza urbana. Il tutto, però, A-GRATIS. Affinchè tali servizi possano trovare il giusto riconoscimento, chi ci scrive ha pensato alla tassa di soggiorno: perchè non riservare una parte del gettito ai servizi sussidiari di sicurezza nelle città, come già avviene per i servizi di security con le tasse aeroportuali e portuali? Perchè non utilizzare anche per le gpg che contribuiscono alla sicurezza urbana lo stesso DM 154/2009 che, tra le mansioni delle guardie giurate impegnate in porti/aeroporti/ferrovie/metropolitane, annoverano proprio un “dovere di osservazione e segnalazione” di ciò che può avere rilievo per la sicurezza dei cittadini? Riflettiamoci.

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Travel Security: la nuova Prassi UNI 124:2022

Nonostante la vigilanza privata non possa proteggere la persona ma solo le cose (quindi la guardia giurata protegge il Rolex ma non chi lo indossa…sic), alcune aziende riescono, con fatica, a svolgere funzioni di Travel Security, cioè a proteggere il personale aziendale impegnato in trasferte e viaggi di lavoro – attività che tutti i datori di lavoro (responsabili per legge della sicurezza dei dipendenti) devono affidare a personale specializzato. La nuova Prassi di riferimento UNI/PdR 124:2022 analizza i requisiti operativi e le responsabilità dei professionisti della travel security.

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La security negli aeroporti di Venezia e Treviso passa a Sicuritalia

Triveneto Sicurezza, che cura i servizi di security presso gli aeroporti di Venezia e Treviso ed è controllata dal Gruppo SAVE (che si occupa di gestione aeroportuale, infrastrutture di mobilità, Food & Beverage e Retail), è stata ceduta a Sicuritalia, leader italiano della sicurezza e vigilanza privata. Una business unit del Gruppo si occupa della gestione della sicurezza delle infrastrutture critiche, fra le quali quelle aeroportuali.

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Vigilanza Privata e sicurezza sul lavoro: contraddizione in termini?

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una lettrice – una guardia giurata, una lavoratrice, una donna – che si interroga sul valore delle norme per la sicurezza sul lavoro, soprattutto in un settore ad alto rischio come la vigilanza privata. Un settore che lavora in silenzio e che purtroppo muore in silenzio, non rientrando nemmeno nelle statistiche dei caduti stilate dalle forze dell’ordine perché è da sempre figlio di una divisa minore. Legge la testimonianza sul campo di Monica Granozio, gpg presso Vigilanza Europolice di Castel San Giorgio (SA).

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Vigilanza privata: in saldo anche i servizi antipirateria?

Storie di ordinaria pirateria. Oggi il nostro anonimo e fumantino Bastiancontrario si dedica ad un tema specifico (i servizi di sicurezza antipirateria) per allargarsi ad un tema fin troppo generale (il costo della qualità). Il soggetto è un armatore, che chiede di affidare i servizi antipirateria ad un istituto di vigilanza privata non italiano perchè gli operatori nazionali avrebbero, causa Covid, troppe difficoltà a raggiungere le sedi di servizio. Vero che a pensare male si fa peccato, ma non sarà per caso che le nostre imprese costano un filino di più dei colleghi stranieri? Chiedo per un’amica. E miracolosamente qualcuno risponde: oltre alla lettera di Bastiancontrario, troverete infatti anche una replica di parte associativa, visto che in questa vicenda pure le associazioni giocano un ruolo.

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