Ho più di 18 anni, sono sana come un pesce, mai fatto uso di alcool o droghe, non sono daltonica, sono incensurata e posso accedere allo stadio, non mi interessano associazioni o gruppi politici e ho un diploma di scuola media inferiore. Inoltre mi piace far tardi in discoteca.
Se non fosse per i muscoli, sarei perfetta per fare la buttafuori. Una volta superato il corso di formazione ed una volta iscritta nell’elenco professionale, s’intende.
Il nuovo DM 6 ottobre 2009 prevede infatti che l’altisonante figura dell’addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi debba essere iscritta in un elenco istituito presso le Prefetture.
Clicca qui per scaricare D.M. 6 Ottobre 2009
E’ quindi finito il tempo del gorilla tatuato, spesso non propriamente incensurato e non di rado connivente con la variopinta fauna che frequenta le discoteche per scopi assai poco ricreativi.
Ora il buttafuori deve avere savoir faire, autocontrollo, una buona comunicazione verbale e consapevolezza del proprio ruolo. Tra le aree di studio dei corsi di formazione si annoverano infatti non solo le leggi e le parti tecniche (prevenzione incendi, salute e soccorso sanitario), ma anche l’area psicologico-sociale. Per formare dei veri buttafuori in guanti bianchi.
Peccato che il termine di adeguamento di sei mesi faccia già pensare al solito pasticcio italiano.
Perché se ci dev’essere un elenco occorre una formazione, e se la formazione dev’essere fornita dalle Regioni (come recita il decreto), allora si potrebbero registrare anche 21 diversi modi e tempi di somministrazione sul territorio italiano.
E c’è da scommettere che l’impresa che intenda prestare questi nuovi servizi appoggerà il proprio personale alla Prefettura dove i requisiti formativi saranno meno severi.
E un istituto diciamo di Milano potrà iscrivere all’elenco prefettizio di Napoli un aspirante buttafuori formato magari a Roma? Forse non sarebbe stato male affrontare la questione in Conferenza Stato Regioni, quanto meno per delineare delle direttive univoche sugli standard minimi di formazione.
E c’è un altro aspetto da tener presente, in termini di business e non solo: le mansioni.
Torniamo alla nostra ragazza, magicamente divenuta buttafuori in una discoteca di tendenza.
Le dicono di presidiare gli accessi, dare un occhio agli incendi e verificare che non vengano introdotte
sostanze illecite od oggetti pericolosi, insomma: far sì che tutto fili liscio. Non male, c’è anche buona musica. Ma d’improvviso scoppia una rissa. Cosa fa la nostra ragazza?
Secondo la legge può contribuire al primo intervento, “senza però assumere pubbliche funzioni, senza usare la forza o altri mezzi di coazione per prevenire o interrompere condotte o situazioni pericolose”. Insomma, le resta solo da chiamare la polizia.
Se così è, siamo lieti che la nostra amica, alla faccia della parità di genere, non abbia chance effettive di diventare buttafuori. Il pregiudicato con la faccia da duro avrà certo più possibilità di cavarsela.
Beninteso, siamo più che favorevoli all’inquadramento professionale di una categoria ad altissimo rischio, afflitta da una drammatica incidenza di abusivismo e dove i confini tra il lecito e l’illecito sono spesso labili. E tralasciamo il fatto che il governo abbia dato ancora una volta priorità (dopo graffitari, lavavetri, stewart, ronde cittadine e portinaie) a figure “affini ma diverse” rispetto alla vigilanza privata.
Bisogna però individuare chi sarà avvantaggiato da questa legge e chi ne sarà invece penalizzato.
Secondo il nuovo DM, i gestori dei locali da ballo potranno svolgere i servizi d’ordine direttamente con
proprio personale adeguatamente formato ed iscritto negli elenchi, oppure potranno avvalersi dei dipendenti di istituti di vigilanza e investigazione.
Viene subito da pensare che la formalizzazione di questo ramo d’attività – con annesso business per la formazione – porterà diverse nuove richieste di autorizzazione ex 134 TULPS.
Clicca qui per scaricare T.u.l.p.s. regio decreto 773 – 1931
E se 2+2 fa 4, è da escludere che le nuove società spenderanno quattrini per acquisire la licenza, formare ed impiegare esclusivamente degli addetti ai locali di pubblico spettacolo: la stragrande maggioranza si butterà su tutti i servizi autorizzabili ex 134.
Ci auguriamo allora di non dover assistere all’ennesima proliferazione di imprese fantasma attratte da facili guadagni, che nascono e subito muoiono trascinando con sé debiti e disoccupazione.
Per quanto riguarda gli istituti di Vigilanza, la nuova legge non dovrebbe portare particolari scossoni: parliamo in verità di un giro d’affari contenuto, in parte perché gli istituti (i pochi che rispettano CCNL, contribuzioni e fisco, s’intende) raramente riescono ad essere competitivi, in parte perché i servizi in discoteca portano spesso più rogne che altro.
Rogne che forse si abbatteranno ora sulle agenzie di investigazione, da sempre più attive nelle discoteche. Se da un lato, infatti, i buttafuori godranno delle giuste sicurezze economiche e giuridiche, dall’altro lato per un banale errore del personale, le agenzie di investigazione potrebbero ora rischiare l’intera licenza. E quando arrivano botte e ceffoni gli “errori” possono anche essere frequenti…
Clicca qui per scaricare CCNL 2004/2008
Certamente, poi, le nuove società di buttafuori eroderanno fette di “mercato disarmato” alle guardie giurate, il che non sarebbe un gran male se venissero messi dei paletti in una fauna che si fa sempre più eterogenea: portieri, ronde cittadine, stewart, bodyguard e tutti gli abusivismi vari ed eventuali.
Se si facesse una buona volta chiarezza sui servizi che devono essere svolti obbligatoriamente da gpg decretate e si chiarisse definitivamente lo spartiacque tra vigilanza armata e vigilanza non decretata, gli istituti si potrebbero articolare in divisioni operative distinte dove coesistono più o meno pacificamente addetti con mansioni diverse, che collaborano con regimi contrattuali diversi e a costi diversi per servizi realmente diversi.
E non accadrebbe più che figure inquadrate e pagate come portieri venissero mandate in giro a rischiare la pelle. E anche il penale, dato che l’unica “vigilanza non armata” lecita è quella delle gpg senza porto d’armi. O hanno cambiato la legge senza dircelo?