Torniamo ancora una volta sullo sconfinamento, spesso del tutto intenzionale, tra servizi di vigilanza privata operati da guardie giurate e servizi fiduciari. Uno sconfinamento che fa comodo a tutti: dalle imprese di vigilanza che si fanno dumping da sole, fino alle committenze che risparmiano sui costi del servizio. Qualcuno però propone una soluzione tanto semplice quanto, potenzialmente, efficace: togliere le divise agli operatori fiduciari, vietare le pettorine “security” e i tesserini “servizi fiduciari di sicurezza”…perché nessuna norma impone la divisa a questi operatori. Voi cosa ne pensate? Per intanto leggetevi la lettera che ci è arrivata sul tema.
Gentile Direttore,
vorrei ricollegarmi ad un mio contributo, che si concludeva con una domanda: qual è il neo che sta distruggendo la Vigilanza Privata e che aspetta solo un buon chirurgo che possa rimuoverlo?
La mia provocazione voleva offrire un contributo alle Associazioni di Categoria su come arginare l’abusivismo dilagante, e spesso premeditato, di molti operatori non di rado privi di autorizzazione e requisiti.
Una premessa. Gli Istituti di Vigilanza hanno l’obbligo di inviare alle Prefetture il book con loghi, simboli e divise utilizzate al fine di ottenere la licenza, come disposto nel TULPS. Le Guardie Particolari Giurate, Incaricate di Pubblico Servizio, sono le uniche figure autorizzate ad indossare una divisa approvata dal Prefetto per lo svolgimento di servizi di Sicurezza Privata.
Ciononostante, molto spesso anche gli operatori dei Servizi Fiduciari, sia dipendenti di rami d’azienda di Istituti di Vigilanza, sia di realtà costituite per l’espletamento di questi servizi, indossano divise uguali o molto simili. Tali divise non sono però approvate né autorizzate, quindi a mio parere non dovrebbero essere utilizzate in un’attività non riconducibile agli artt. 133 e 134 del TULPS.
Per ripristinare il ruolo, la professionalità e il valore della guardia particolare giurata (delegittimata anche dall’inserimento della figura fiduciaria all’interno del CCNL della vigilanza privata) ed evitare il proliferare di servizi mascherati o peggio abusivi, la soluzione a mio avviso è molto semplice: togliere le divise operative agli operatori fiduciari. Mi domando come mai nessuno abbia mai avanzato una proposta simile. L’operatore fiduciario deve indossare un abito da lavoro, non una divisa e/o pettorine con tanto di scritte “security”, e non deve esporre tesserini mai approvati con la scritta “servizi fiduciari di sicurezza”. Auspico che il Ministero dell’Interno, per il tramite delle Associazioni di Categoria e della vostra testata, possa emanare una Circolare esplicativa.
Cordiali Saluti
Gaetano Camarca, Corporate Strategy Manager