ROMA – Basta appalti al ribasso! Soprattutto se incidono sulla sicurezza di chi lavora. L’ha detto il ministro del Lavoro Sacconi in una c ircolare dello scorso 11 febbraio (n. 5/2011), che sottolinea i rischi delle scelte di esternalizzazione “disinvolte”, soprattutto in relazione ai possibili riflessi per la sicurezza dei lavoratori. La circolare richiama ad un’attenta disamina dei costi del lavoro e della sicurezza: tali costi sono incomprimibili, pertanto non assoggettabili a ribassi e comprensivi anche degli oneri derivanti da altre prescrizioni, come (e qui la circolare riporta un esempio azzeccato) la tabella dei costi della vigilanza privata del D.M. 8 luglio 2009. Una piccola-grande vittoria per il nostro settore.
La circolare ripercorre e dettaglia il quadro normativo di riferimento, chiarendo i parametri per definire un appalto “genuino”, valorizzando i meccanismi certificatori e promuovendo l’autocertificazione. Nelle attività labour intensive, come la vigilanza privata, la professionalità dell’appaltatore e delle guardie giurate diventa cruciale. L’esempio è esplicitato in chiaro nella circolare, probabilmente grazie all’azione di lobby condivisa tra le associazioni di categoria e le OO.SS del settore vigilanza sul ministero del Lavoro, partita già in fase di negoziazioni per il rinnovo del CCNL di categoria. Già lo scorso 28 ottobre, nell’incontro presso il Ministero del Lavoro tra parti datoriali e OOSS, il prof. Tiraboschi aveva infatti accennato alla possibilità di varare degli Osservatori provinciali sulla vigilanza privata e di estendere a questo settore strumenti come la “patente a punti” dell’edilizia (leggi articolo). In ogni caso la circolare 5/2011 prevede esplicitamente che, “nell’esaminare i profili normativi, contrattuali e retributivi, le Direzioni del Lavoro verifichino che l’impresa aggiudicataria fosse già titolare della prevista licenza di Pubblica Sicurezza, e in caso di appalti pubblici ne informi l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture”.
La circolare sottolinea inoltre l’importanza della prevenzione, indicando nel D.U.V.R.I. (Documento Unico di Valutazione dei Rischi Interferenziali) un metodo particolarmente efficace – e poco oneroso, rispetto ad un potenziale indennizzo per infortunio. Grande importanza viene poi data al rispetto della contrattazione collettiva, essenziale per il rilascio del DURC e per accedere a meccanismi premiali. Un punto nodale della circolare è infine la responsabilità solidale tra committente ed appaltatore ed eventuali subappaltatori, relativamente agli oneri di carattere retributivo, contributivo e fiscale derivanti dall’appalto e dal subappalto. La responsabilità solidale, nel settore privato, obbliga tutte le parti in causa (committente incluso) a versare alle maestranze, entro due anni dalla cessazione dell’appalto, tutti i salari e i relativi contributi. Nel settore pubblico, invece la responsabilità solidale riguarda soltanto appaltatore e subappaltatore.
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