Vigilanza privata: MES Security chiede più credito agevolato e stop all’abusivismo

23 Apr 2020

di Ilaria Garaffoni

Il Coronavirus ha segnato uno spartiacque tra prima e dopo il 20 febbraio. Da lì è storia, una storia che scriviamo giorno dopo giorno e di cui non sappiamo il finale. Posto che ormai è chiaro che il mondo come lo conoscevamo prima non esisterà più e che toccherà a noi ricostruirlo, con coraggio e pazienza, abbiamo chiesto agli imprenditori della vigilanza privata come stanno affrontando l’emergenza e come immaginano l’era post-Covid19. Di seguito l’intervista a Paolo Raffaelli, CEO di MES Security, giovane ed ambiziosa realtà operativa nel bolognese.

Quali misure avete messo in campo per affrontare questo delicato momento?

Sin dalle prime notizie sulla diffusione di questo virus in Italia ci siamo attivati con tutte le precauzioni, dai controlli alle limitazioni agli ingressi dell’Istituto, sino a dotare subito tutto il personale di disinfettante, mascherine e guanti protettivi monouso. Abbiamo inoltre incaricato una ditta specializzata di sanificare tutti gli ambienti e le autopattuglie. Messa in sicurezza l’azienda ed il personale, abbiamo pensato anche di aiutare gli altri. Partendo dal territorio abbiamo fatto un accordo con la Sartoria di San Lazzaro, che ha dato vita al Movimento delle Sartine: vista la difficoltà a reperire mascherine, loro hanno riconvertito l’attività di sartoria in produzione di queste in maniera del tutto gratuita, mentre noi di MES Security abbiamo messo a disposizione una pattuglia H24 per distribuirle a tutti, dagli ospedali ai privati sino alle RSA.

Avete avuto problemi a reperire mascherine e altri DPI? Come reagiscono i dipendenti?

Fortunatamente, erogando servizi antincendio ad alto rischio, avevamo a magazzino un discreto stock di mascherine Ffp2 che ci ha permesso di sopperire inizialmente alla difficoltà del reperirle. Successivamente, grazie anche alla collaborazione con la Sartoria di San Lazzaro, siamo sempre riusciti a garantirci tali dispositivi. Ad oggi abbiamo acquistato un generoso quantitativo di mascherine, guanti monouso e disinfettanti. I dipendenti hanno mostrato ovviamente preoccupazione, specialmente il personale in servizio sulle pattuglie. Penso sia normale, trovandosi a lavorare in questa situazione. Devo fare però un plauso a tutto il nostro personale, che si è dimostrato come sempre serio, professionale e legato all’azienda; nessuno si è tirato indietro e tutti hanno svolto il proprio compito egregiamente. Consentitemi di ringraziarli tutti pubblicamente in questa sede.
Lato azienda, abbiamo deciso di non ricorrere a nessun ammortizzatore, attivando solo lo smart working per il personale d’ufficio, garantendo così la salvaguardia dello stipendio a tutti. La proprietà, nonostante il fermo di diversi servizi, ha deciso di seguire questa strada per garantire alle famiglie di tutti i 54 dipendenti un’entrata mensile costante. Troppo spesso ci si scorda che si ha diritto ad una vita dignitosa, garantita principalmente dalla retribuzione.

Lato mercato, quali servizi sono in tenuta, quali in calo e quali nuovi servizi sono stati messi in campo per fronteggiare l’emergenza?

Questa pandemia ha colpito diversi settori ed il lockdown imposto dal governo ha di fatto bloccato diversi servizi di vigilanza fissa, ispettivi e collegamenti di allarme. Per far fronte a questo, la nostra Divisione Tecnica ha approntato diverse soluzioni per offrire tecnologie e servizi con termoscanner di diverso genere, dalle termocamere in grado di rilevare la temperatura sino a 30 persone contemporaneamente, sino a totem di rilevazione idonei per centri commerciali ed hotel.
Siamo anche gli unici ad offrire una tecnologia di sanificazione professionale di tipo portatile, certificata, basata sui raggi UV-C e usata da tempo per sanificare aree ospedaliere (anche i reparti di terapia intensiva degli ospedali di Wuhuan in Cina). Questo apparato consente di sanificare completamente un ambiente sino a 20 mc in 30 minuti, rendendolo perfettamente sterile.
Per i grandi ambienti abbiamo ideato sistemi modulari in cluster in grado di coprire grandi cubature, come magazzini di logistiche o grandi aziende, che così possono ottenere ambienti perfettamente idonei al lavoro senza rischi di contagio.

Quali nuovi servizi, ad esempio di televigilanza, si potrebbero proporre in questa fase alla clientela, soprattutto alle fasce più deboli?

Questa pandemia ha sconvolto l’intero pianeta e le persone, cambiando abitudini ed instillando paure in vaste aree della popolazione. Noi abbiamo adattato alcuni nostri sistemi, come la piattaforma S.P.I.D.E.R. (Sistema di Protezione In Difesa di Esercizi commerciali e Residenziali), per offrire servizi diversificati. Abbiamo integrato sistemi di telecamere nei nostri kit di centrali antintrusione per il controllo a distanza di persone anziane ed APP installabili su smartphone che interagiscono in maniera diretta con la nostra Centrale Operativa: basta la pressione di un tasto ed immediatamente si entra in contatto con i nostri operatori. Avevamo la possibilità di contare su una Centrale Operativa di tipo avanzato, tra le prime ad essere certificate EN 50518, e l’abbiamo sfruttata creando così sistemi integrati di centralizzazione per offrire una diversificazione di servizi ad alto contenuto tecnologico ritagliati su misura in base alle singole esigenze dei clienti: ci definiscono sempre più spesso la boutique della sicurezza per la nostra capacità di creare progetti su misura come gli abiti di alta sartoria.

Si vedono spesso operatori privi di formazione impiegati a gestire i flussi. Eppure esistono operatori, anche disarmati, professionali e formati anche per gestire eventuali situazioni di crisi …

In questo momento, in cui gli enti preposti al controllo abbassano la guardia ed i controlli, assistiamo ad un proliferare dell’abusivismo nel settore, sottovalutandone peraltro le conseguenze. Nonostante i diversi protocolli firmati, assistiamo al ricorso ad addetti improvvisati, spesso privi di formazione ed assunti da aziende prive di qualsiasi licenza. Spesso si offrono sul mercato a prezzi al limite della legalità ed al di sotto del costo del lavoro. Ed è quando questo personale, privo di adeguata formazione, si trova poi a dover intervenire che possono insorgere problemi: il non sapere gestire eventi può infatti portare a conseguenze dannose sia per l’operatore che per il cliente. Occorre fermarsi e far comprendere alla committenza che quando si pagano tariffe giuste ed eque è perché ci si rivolge a dei professionisti, quindi ad aziende strutturate in grado di garantire l’erogazione di servizi di qualità certificati.

Le forze di sicurezza privata potrebbero essere inviate sul territorio in ausilio della polizia municipale, o altre FFOO, per segnalare i casi di inottemperanza ai decreti?

Al momento queste attività non sono state demandate agli Istituti di Vigilanza Privata, bensì a diversi gruppi di associazioni, volontarie e non. Sicuramente gli IVP possono contare su personale preparato, strutture di gestione e comunicazione di alto livello e quindi, se chiamati, potrebbero svolgere anche questi compiti, sollevando così il personale delle forze di polizia che potrebbe essere impiegato nei servizi di controllo del territorio, ordine pubblico e polizia giudiziaria. Ad oggi questa ipotesi è però molto lontana, per cui ci concentriamo nell’erogazione dei servizi classici disciplinati dal DM 269 e seguenti.

Per le imprese della sicurezza privata, quali misure economiche sarebbero utili? Quali richieste vorreste avanzare al Governo?

Visto il periodo e la gravità delle ripercussioni economiche e finanziarie che ha comportato questa pandemia, oltre agli sgravi per DPI e sanificazione delle strutture, sarebbero auspicabili una sospensione dei versamenti tributari e contributivi di portata maggiore ed un maggior accesso al credito agevolato. E’ innegabile che da settembre possano esserci ripercussioni economiche importanti, dovute alla chiusura di tante piccole e medie attività imprenditoriali, per cui il governo dovrà essere a pronto a sostenere la nostra filiera che conta su 1.326 Istituti, per un fatturato annuo di quasi 4 miliardi che garantisce lavoro ad almeno 70.000 persone. Questo aiuto vuol dire farsi trovare pronti ad erogare liquidità in tempi brevi, senza l’attuale burocrazia, per evitare disoccupazione. Un altro fattore importante per gli Istituti di Vigilanza Privata è rappresentato dal costo del personale, la voce principale per la tipologia di servizi erogati; la parte contributiva a carico delle aziende, che svolgono di fatto un servizio pubblico, rappresenta una voce consistente. Sotto questo aspetto, in attesa del nuovo CCNL di categoria, il governo potrebbe ipotizzare interventi per la sua riduzione.
Un ultimo aspetto riguarda le assicurazioni, ultimamente sempre più introvabili, visti i paletti stringenti dei DM di settore: qualcosa andrebbe fatto per ampliare la platea delle assicurazioni cui rivolgersi.
Infine, e questa richiesta è più rivolta alla committenza che al governo, auspichiamo che l’utenza arrivi a considerare la vigilanza privata come un servizio che aggiunge valore e non come una spesa improduttiva.

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