Antitaccheggio: Vigilanza privata, portierati o investigatori privati?

07 Mar 2017

di Ilaria Garaffoni

A.P.I.S., Associazione Professionale Investigazioni e Sicurezza, ha richiesto al Ministero dell’Interno un orientamento sul controverso tema dei soggetti abilitati a svolgere servizi di antitaccheggio. Se il Vademecum Operativo al D.M. 269/2010 riserva infatti l’antitaccheggio a vigilanza privata o portierato, la Grande Distribuzione Organizzata (committente da sempre più interessato a questo servizio) è invece tuttora dominata dalle agenzie investigative, alle quali spetterebbero invece esclusivamente le indagini commerciali. I motivi? Le guardie giurate sono troppo onerose e non sempre idonee alla funzione. Il risultato – secondo APIS – è che tutti i soggetti continuano ad operare utilizzando escamotage più o meno mortificanti (investigatori e portierati mascherano il loro reale scopo nella GDO e le guardie giurate “dimenticano” di indossare la placca o il tesserino quando prestano servizio in borghese).

Secondo APIS tutti i soggetti coinvolti (istituti di vigilanza, agenzie investigative, servizi fiduciari) dovrebbero poter operare nella GDO, magari con modalità distinte e previa emanazione di strumenti legislativi nuovi e idonei a rafforzarne il ruolo.
Per esercitare un  controllo nei riguardi di tali soggetti (portierato), si potrebbe, secondo APIS, pensare ad una “mini-licenza” con caratteristiche meno stringenti rispetto a quella di istituti di vigilanza e agenzie investigative – es. un’autorizzazione tipo “agenzia d’affari” (art. 115 TULPS) opportunamente rivista e corretta.

 

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