Ancora calma piatta sul rinnovo di un contratto che coinvolge oltre 50.000 lavoratori sul territorio.
A due anni dalla scadenza dell’ultimo CCNL della Vigilanza Privata, si è tenuto il secondo incontro in seno al ministero del Lavoro per riavviare le trattative arenate da tempo. Risultato? L’ennesimo nulla di fatto. Sentiamo Sabina Bigazzi, Responsabile del settore in FILCAMS CGIL.
ROMA – Il 14 gennaio 2011, presso il Ministero Del Lavoro, UGL SICUREZZA CIVILE e UGL TERZIARIO si sono incontrate con le associazioni datoriali del comparto della vigilanza privata per riprendere il confronto in merito al rinnovo del CCNL di settore.
A cosa è servito lo sciopero, visto che la trattativa per il rinnovo del CCNL è tuttora in altissimo mare? L’abbiamo chiesto a Sabina Bigazzi, responsabile per la vigilanza privata in Filcams-CGIL, che ci ha chiarito i tratti più critici della piattaforma: cambio d’appalto, orario di lavoro, portierati e – soprattutto – incrementi salariali. Guarda anche la videointervista per una sintesi dei punti caldi del negoziato.
“Si è svolto il 28 ottobre scorso, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’incontro fra le Segreterie nazionali di Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil, Uiltucs-Uil e le Associazioni degli istituti di vigilanza privata Assiv-Confindustria, Ancst-LegaCoop Federlavoro e Servizi-Confcooperative, Agci ed Assvigilanza, Univ, Anivip, queste ultime tre unite da un patto federativo e facenti parte, per il tramite di Federsicurezza, di Confcommercio, per riavviare la trattativa finalizzata a rinnovare il CCNL per i dipendenti da istituti di vigilanza privata scaduto il 31 dicembre 2008.
ROMA, 28 ottobre 2010 – C’erano tutti al ministero del Lavoro.
Sabina Bigazzi con Maurizio Scarpa per Filcams, Vincenzo Dell’Orefice per Fisascat e Parmenio Stroppa con Paolo Andreani per Uiltucs. Sul fronte datoriale, le 14 (sic!) rappresentanze presenti hanno mantenuto la linea dura preannunciata nelle precedenti dichiarazioni: senza i correttivi richiesti, il 31 dicembre 2010 – alla scadenza naturale del contratto – le associazioni di categoria firmatarie recederanno dal CCNL per sopravvenuta cessazione delle condizioni che ne rendevano praticabile l’adempimento.