Riceviamo e pubblichiamo il volantino diramato da Filcams CGIL ai lavoratori della vigilanza privata.
Concluso dopo 4 anni un difficile negoziato
Il 22 gennaio 2013 è stato sottoscritto con Assiv e le Associazioni della Cooperazione l’accordo per il rinnovo del ccnl vigilanza privata. L’intesa è stata firmata dalla Filcams Cigl e dalla Fisascat Cisl, ma non dalla Uiltucs-Uil.
Un accordo sofferto che difende il contratto nazionale
La lunga trattativa, durata quattro anni, ha dovuto misurarsi con la crisi grave del settore, che ha costretto migliaia di lavoratori a subire procedure di cassa integrazione o di riduzione del personale. Al tempo stesso, le divisioni intervenute fra le associazioni datoriali hanno portato più volte il negoziato ad un passo dal fallimento, con il rischio concreto di vedere esaurita la funzione del ccnl di settore.
L’accordo siglato, invece, difende la struttura del ccnl della Vigilanza Privata, consentendo così di proseguire
l’iniziativa sindacale per la difesa dei diritti e delle condizioni dei lavoratori.
Dire la verità, contro ogni ipocrisia o massimalismo.
La Filcams-Cgil non intende ingannare i lavoratori ed intende dire le cose come stanno. Il ccnl certamente non recepisce tutte le richieste che erano state presentate nella piattaforma e sul piano economico è indubbiamente inferiore alle attese dei lavoratori. Ma l’accordo siglato respinge i tentativi perseguiti in questi quattro anni dalle associazioni delle imprese della vigilanza privata.
I CONTENUTI PRINCIPALI DELL’ACCORDO FIRMATO
– nuova classificazione del personale, con aumento a 24 mesi del 6° livello ed a 24 del 5°, ma comprensivi dei periodi prestati a tempo determinato senza alcuna decurtazione della retribuzione (ad oggi le imprese assumono il personale a tempo determinato utilizzando le stesse proroghe fino a 36 mesi consentite dalla legge, per poi assumere al 6° livello). La revisione della classificazione era richiesta da tutte le OO.SS., perchè ormai superata. Infatti non si prevedono molte mansioni che il settore oggi richiede ed i gradi, che non esplicano con chiarezza a quali professionalità si riferiscono, vengono usati in maniera discrezionale dalle imprese. Federsicurezza li vuole mantenere proprio per continuare ad usarli discrezionalmente ed unilateralmente.
– mantenimento di tutto l’impianto sull’orario di lavoro comprese lo pause, riaffermando, per via contrattuale, quanto contenuto nel DL 66 anche se per il settore le legge non lo prevede più. Riposo giornaliero di 11 ore, con la possibilità, per le imprese, di derogare fino ad un massimo di 9, ma non più di 12 volte all’anno e non più di 3 volte al mese per lavoratore. Duo ore di banca ore già dal nazionale, ma mantenendo ferma la volontà dei lavoratori. Una ora in più di flessibilità, da recuperarsi per un massimo di due ore giornaliere.
– normativa sul cambio di appalto che garantisce i livelli occupazionali, vincolando sia le imprese uscenti che quelle entranti al rispetto della normativa stessa, e che garantisce il mantenimento delle anzianità.
– una tantum di €450 ed un aumento di €60. Ulteriori €20 alla scadenza del ccnl, a titolo di acconto sui futuri aumenti.
– “zona grigia” si prevede una classificazione del personale che delinea con chiarezza il confine con la vigilanza privata; 40 ore settimanali per il tempo pieno (non è previsto il lavoro discontinuo); cambio di appalto con la garanzia dei livelli occupazionali; malattia pagata come per la vigilanza, così come ferie e permessi.
Tutto il resto del contratto non viene modificato in nessuna parte, confermandone quindi la centralità e l’universalità per tutti i lavoratori del settore, in un momento in cui in settori molto più grandi e forti del nostro si sono persi molti diritti.
LE ASSOCIAZIONI DELLE IMPRESE CHIEDEVANO:
– nuova classificazione del personale con un livello d’ingresso di 54 mesi, di cui i primi 24 non validi ai fini dell’anzianità e con una riduzione della retribuzione del 20%.
– introduzione nell’orario di lavoro dello spezzato in tre tranches giornaliere, tre ore di flessibilità, riposo
giornaliero fino a un minimo di 9 ore, due ore di banca delle ore, cancellazione delle pause, nuova modulazione del lavoro straordinario (la legge ha stabilito che al settore non si applichi più il DL 66/03).
– cancellazione del pagamento dei primi tre giorni di malattia
– revisione di tutto il testo contrattuale alla luce delle nuove leggi sul lavoro
– una tantum di €300 ed un aumento di €47 mese.
– “zona grigia” applicazione del lavoro discontinuo (tempo pieno a 45 ore settimanali)
La Filcams in questi 4 anni ha sviluppato tutta la mobilitazione possibile per arrivare al rinnovo del ccnl, sia con manifestazioni nazionali che territoriali. Questa deterninazione e la coerenza durante il negoziato hanno consentito di respingere le pretese datoriali e mantenere integre le tutele contrattuali.
FEDERSICUREZZA FIRMA CON UILTUCS UN ALTRO CONTRATTO
Dopo 43 mesi la Uiltucs-Uil, il 16 gennaio, ha firmato da sola con Federsicurezza il CCNL dei “Servizi Integrati”. Sono fin troppo evidenti le conseguenze negative che questo contratto provocherà anche nel settore della Vigilanza Privata, per l’effetto dumping tra le imprese.
Infatti, il CCNL firmato dalla sola Uiltucs si sovrappone, in peggio, ad altri CCNL: Multiservizi, Trasporti e, parzialmente, alla stessa Vigilanza Privata.
Le parti più negative di quel contratto sono:
• livello di ingresso per gli ultra cinquantenni, con una riduzione della retribuzione;
• pagamento della malattia solo per la parte a carico dell’Inps
• 42 ore settimanali per il tempo pieno.
E’ incomprensibile come si possa passare da tanta disponibilità con Federsicurezza al massimalismo registrato al tavolo del CCNL della Vigilanza, rinunciando ad una adesione responsabile all’accordo. Due pesi e due misure che non giovano certo alla difesa delle condizioni generali del settore.
La Filcams-Cgil non inseguirà polemiche, nè provocazioni. Siamo per un confronto serio e realistico, senza vendere fumo ai lavoratori.
C’è sempre un contratto migliore di quello firmato, ma per ottenerlo servono la mobilitazione e la lotta, cosa che non ha visto in questi quattro anni l’impegno di chi oggi promette risultati migliori.
Partire dal nuovo contratto di lavoro rilanciare l’iniziativa sindacale con l’obiettivo di difendere i diritti: per questo occorre sostenere l’accordo siglato.