ROMA – Si è tenuto il 24 giugno il Congresso Nazionale dell’AISS – Associazione Italiana Sicurezza Sussidiaria, che raccoglie agenzie di servizi di controllo, agenzie investigative e agenzie di portierato e reception. Un congresso incentrato sul delicato tema dell’abusivismo e del lavoro in nero.
Nonostante due normative recenti abbiano infatti rivoluzionato l’asset delle attività di security disarmate (Legge 94/09 e DM 269/10), spingendo sulla qualificazione delle imprese e la professionalizzazione degli operatori, il settore è ancora allo sbando. E ciò “sia tra le agenzie, che fanno lavorare operatori non regolari, in nero o che adottano CCNL impropri, sia da parte dei locali che assumono direttamente operatori irregolari, con qualifiche fantasiose, o legati alla criminalità” – denuncia il Presidente di AISS ed ENBISIT Franco Cecconi. La concorrenza sleale è quindi il problema primario per le aziende sane del settore.
Un problema che si lega a doppio filo a quello dell’abusivismo.
Esistono infatti varie tipologie di irregolarità che si registrano sul mercato: dalle aziende prive di licenza ai sensi dell’art. 134 TULPS, alle aziende con licenza ma con personale – in tutto o in parte – privo di PIN identificativo. Quest’ultima problematica si suddivide in due sottoinsiemi.
Il primo è riferito ad operatori che, pur privi del titolo, hanno la documentazione completa e opportunamente presentata in Prefettura (questione facilmente risolvibile, se venissero accolte le istanze dell’AISS); il secondo si riferisce ad operatori abusivi, cioè che non hanno i requisiti richiesti dalla norma, ma che lavorano ugualmente.
Esistono poi aziende che, pur titolari di licenza e con personale a norma, praticano prezzi inferiori al costo del lavoro e in alcuni casi non adottano il CCNL di categoria, usando impropriamente altri contratti o peggio (c.d voucher).
Esistono infine associazioni di volontariato che vengono usate fuori dalle regole, danneggiando un settore già frenato dai ritardi delle Prefetture, dalle lungaggini burocratiche e da una concorrenza sleale che lo facendo implodere nella sua parte più sana. “Chiediamo quindi alle autorità di intervenire predisponendo gli opportuni controlli per salvare dal baratro la parte sana di questa imprenditoria, già vessata dalla crisi” – ha concluso il Presidente di AISS ed ENBISIT Franco Cecconi.