Crisi, contratto, capacità tecnica: tre C infernali per la vigilanza privata

05 Gen 2012

di Ilaria Garaffoni

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 Per la vigilanza privata il 2012 si apre con uno scenario pessimo.

Per il settore non è una novità, ma quest’anno si individuano delle note che potrebbero allertare anche i meno scaramantici del pianeta. Posto che forse a dicembre finirà il mondo, tre sono le principali cause di malessere per il comparto, e cominciano tutte per C (sarà un caso?): crisi, contratto, capacità tecnica.

Partiamo dalla crisi.

Alla faccia di chi riteneva che la sicurezza fosse un settore indenne agli scossoni della recessione, sono aumentate brutalmente disoccupazione, cassa integrazione e mobilità.
Oltre alla crisi e alla dismissione di vari servizi di sicurezza dovuta ai tagli ed agli aumenti IVA, gli Istituti soffrono di un forte indebitamento, aggravato dagli oneri imposti dalla riforma e dal consueto strozzinamento delle committenze, soprattutto bancarie.
L’innalzamento dell’età pensionabile creerà poi una generazione di 67enni allo sbaraglio in pattuglia notturna e sui furgoni portavalori. Chissà chi vincerà in un corpo a corpo coi malviventi.
Inoltre il tetto di 1000 euro per i pagamenti in contanti metterà in ginocchio gli oltre 6000 lavoratori del trattamento e contazione denaro.

Del contratto, poi, è meglio non parlare.
Scaduto da tre anni, il precedente CCNL soffre ormai di ultravigenza cronica e le parti sociali non sembrano trovare un punto di sintesi nemmeno all’interno dei propri schieramenti. La vacanza contrattuale cresce, assieme alla svalutazione del potere monetario e al carovita.
E mentre le rappresentanze della vigilanza privata si scannano sulla qualificazione del portierato, proliferano nuovi contratti per coprire la famosa “area grigia” e i dipendenti da istituti di investigazioni private.

E veniamo alla capacità tecnica.
Regalo marzolino dell’uscente ministero dell’Interno, il DM 269/2010 ha scatenato il panico, anche perché il countdown per l’adeguamento ticchetta a ritmi incalzanti. In un recente road show si è parlato di capacità tecnica e organizzazione aziendale, telesorveglianza, certificazioni, assicurazione obbligatoria, oltre ai nuovi adempimenti richiesti da Bankitalia – perchè anche lei pretende qualcosa.

Forse vale proprio la pena di sedersi ed aspettare la fine del mondo, prevista dai Maya per il 21 dicembre 2012. Nel frattempo buttiamoci su diamanti, panfili e castelli – posponendo ovviamente il pagamento al 22 dicembre 2012 😉

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