La rivendicazione
Troppo pericolo ma poca tutela: dice pressappoco questo la voce sollevatasi dalle guardie giurate di tutta la regione. Pattugliamenti in solitaria, mancanza di vetri antisfondamento, di lampeggianti e luci appropriate che consentano di svolgere in sicurezza il lavoro di sorveglianza anche in condizioni di oscurità. Queste sono alcune delle principali carenze che sono state segnalate alla questura di Udine. Lo scopo è quello di arrivare, il prima possibile, ad una rivisitazione del regolamento che stabilisce modalità di servizio ed equipaggiamenti delle guardie giurate. In questo modo, tutti gli istituti di vigilanza privata della regione verrebbero obbligati a rispettare le stesse identiche norme.
A smuovere la situazione è un gruppo spontaneo di guarde particolari giurate, sostenute dall’Ugl Sicurezza Civile, che ha deciso di farsi portavoce del disagio vissuto dai colleghi. Le richieste sono state presentate ufficialmente il dicembre scorso alla questura di Udine, nel corso di un incontro al quale hanno partecipato il dirigente della sezione di polizia amministrativa, sociale e dell’immigrazione Lorenzo Pillinini e l’assistente capo Tamburlini, la guardia particolare giurata Mario Pulvirenti, promotore dell’iniziativa e portavoce della provincia di Udine, e Riccardo Toffoli, membro del direttivo provinciale dell’UGL. Nel corso della prossima settimana dovrebbe essere fissata la data per il secondo incontro. «In molte occasioni, soprattutto nel caso di rapine e furti notturni, ci troviamo ad intervenire per primi – ha spiegato Mario Pulvirenti – dovendo poi attendere l’arrivo delle forze dell’ordine. Nelle norme che regolano la nostra attività, non viene specificato che le guardie debbano essere almeno due per macchina. Questo comporta che ci troviamo sempre ad operare da soli, anche in situazioni che potrebbero rivelarsi pericolose, come ad esempio nel caso di scontro con una banda di ladri o rapinatori. Allo stesso tempo, essere in due garantirebbe la presenza di un testimone nel caso si verifichino episodi che dovessero essere riportati di fronte ad un magistrato. Oppure – continua – non c’è l’obbligo per gli istituti di vigilanza di installare sulle proprie vetture i lampeggianti o determinati tipi di catarinfrangente. Alla pari delle forze dell’ordine, anche la visibilità delle nostre auto di servizio è il primo deterrente contro la microcriminalità. Ci troviamo invece ad operare in condizioni di oscurità dove, anche in caso di emergenza, l’unico modo che abbiamo per segnalare la nostra presenza è accendere le quattro frecce».
«La soluzione è una nuova legge che faccia chiarezza nel settore – ha aggiunto Riccardo Toffoli. Le guardie oggi necessitano di una soluzione immediata e organica, perché non possono contribuire alla sicurezza dei cittadini se non sono in grado di garantire neppure la propria incolumità personale»
Gli episodi
Sono alcune spiacevoli situazioni vissute in prima persona dalle guardie giurate regionali ad averle spinte a chiedere un nuovo regolamento.
“Mi trovavo in via Lumignacco e una passante mi ha segnalato la presenza di alcune persone sospette nei campi lì vicino – racconta una guardia. – Sono andato a controllare e mi sono trovato di fronte a 5 clandestini afghani che erano appena stati “scaricati” lì vicino. Le forze dell’ordine sono arrivate dopo mezz’ora: sono rimasto solo in mezzo al buio senza neanche avere un lampeggiante per fare luce o segnalare la mia presenza sulla strada. Fortunatamente le persone che avevo fermato erano pacifiche ma se non fosse stato così la mia incolumità sarebbe stata in pericolo.Praticamente ogni notte ci troviamo a lavorare completamente soli all’esterno di bar o aziende isolate dove possiamo essere aggrediti da parte di ladri e rapinatori o anche da qualche malvivente intenzionato a procurarsi una pistola”.
Fonte: www.epolis.com