ANGGI sul Tribunale di Milano: si riuniscano i sindacati

17 Apr 2015

di Ilaria Garaffoni

In merito ai fatti accaduti al Tribunale di Milano, l’associazione ANGGI ha inviato una lettera ai sindacati confederali, in modo da riunirli tutti intorno ad un tavolo e fare il punto della situazione. “Ora è doverosa una presa di coscienza da parte di tutti i sindacati” – dichiara il Segretario Nazionale ANGGI Alessio Tavoni, “l’uso indiscriminato di personale disarmato è ormai incontenibile, non solo nei tribunali ma in qualsiasi altro servizio. Nessuno finora voleva fare il primo passo per non mettere a rischio posti di lavoro con la denuncia delle aziende scorrette, ma ora a rischio possono esserci molti più posti di lavoro e non è giusto che a rimetterci siano sempre i lavoratori”.
Con questa lettera sono state invitate le parti sociali a creare un tavolo di lavoro unitario dove ANGGI, da arbitro imparziale di un settore messo oramai a nudo, informerà i sindacati di quello che succede nella realtà e attenderà risposte anche su altri quesiti menzionati all’interno della lettera. “Credo nella figura e nel ruolo dei sindacati, i quali non avranno certamente nessuna riserva e nessun dubbio nell’organizzare in tempi brevi questo incontro”- prosegue Tavoni. “A volte le guardie giurate hanno paura di ripercussioni da parte delle aziende, perciò non denunciano i fatti o le situazioni border-line. Inoltre il contratto nazionale – pur tutelandoci da un lato – con la norma sui cambi di appalto lascia un vuoto legislativo, senza una norma corretta per la gestione dell’orario di lavoro, e la mancanza di considerazione nella nostra qualifica di incaricato di pubblico servizio”.

Dal 1° settembre 2015, continua il Presidente Fabio Padovani, le spese obbligatorie di funzionamento per gli uffici giudiziari, attualmente a carico dei Comuni, saranno trasferite al ministero della Giustizia (lo prevede il comma 526 della legge di Stabilità 2015, nell’ambito del processo di razionalizzazione della spesa pubblica per ridurre gli oneri finanziari a carico degli Enti locali). Questo punto, insieme alla “ricetta” del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri per rendere più sicuri i palazzi di giustizia (ossia usare la polizia penitenziaria, proponendo, attraverso la sua Commissione per la revisione delle normative antimafia, la creazione di un Corpo di polizia di giustizia, dove gli addetti alla polizia penitenziaria vigileranno sul palazzo di Giustizia, sul personale e su Avvocati e Magistrati),  sono fattori che potrebbero mettere in pericolo i posti di lavoro delle guardie giurate presso i palazzi di giustizia.

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