Investigatori privati a colloquio con il Garante Privacy Europeo

16 Mar 2018

di Ilaria Garaffoni

cassaforte-sicurezza-privacyInvestigatori privati e privacy. Facebook la definirebbe “una relazione complicata”. Eppure il Presidente di Federpol (Federazione Italiana degli Istituti Privati per le Investigazioni le Informazioni e la Sicurezza), Agatino Napoleone, è stato ricevuto niente meno che dal Garante Europeo della Protezione Dati e da una rappresentanza di deputati al Parlamento Europeo a Bruxelles. Durante gli incontri sono stati esaminati i problemi derivanti dall’obbligo di comunicazione delle attività investigative in conformità degli articoli 13 e 14 del nuovo Regolamento sulla Protezione Dati (2016/679). In particolare, Napoleone ha evidenziato i rischi di impossibilità a procedere nei casi in cui la comunicazione alla persona interessata dalle investigazioni possa vanificare di fatto la finalità per la quale l’attività di indagine viene espletata, specialmente quando quest’ultima sia connessa con il diritto del mandante ad agire in sede civile ovvero, sia pure in misura più tenue, per i casi penalmente rilevanti esclusi dall’ambito delle eccezioni previste dalla Direttiva 2016/680.

Il quadro normativo europeo novellato nel 2016 entrerà definitivamente in vigore il 25 maggio di quest’anno e, allo stato, non esistono orientamenti interpretativi univoci negli Stati membri UE. Una soluzione sul piano giuridico, profilatasi al termine dell’incontro nell’Ufficio del Garante Europeo per la Protezione Dati e condivisa da Federpol, potrebbe ravvisarsi nel rinvio a disposizioni interpretative da rinvenirsi nelle cosiddette fonti di soft-law (es. norme di comportamento). Il Garante Europeo ha chiarito che le soft low, pur non configurandosi come norme ordinamentali in senso stretto, fungono tuttavia  sia da parametro di valutazione delle condotte professionali degli iscritti, sia da criterio interpretativo delle disposizioni di rango europeo in materia di protezione dati.

Il Garante Europeo ha ritenuto positiva l’iniziativa di Federpol di guidare un partenariato transnazionale a Bruxelles per la rappresentanza di interessi presso le Istituzioni dell’Unione.
Primo banco di prova dell’incipiente Piattaforma Europea per la Giustizia, la Libertà e la Sicurezza sarà la redazione di un Codice Deontologico Europeo per le Investigazioni Private.
Didier François, Presidente dell’Associazione degli Investigatori Privati del Belgio, ha già espresso la propria manifestazione d’interesse.
Dal canto loro, i deputati membri della Commissione Parlamentare “Libe” – che si occupa dei temi connessi con la protezione dati – hanno ravvisato non soltanto l’opportunità di disporre un’audizione di Federpol in Parlamento Europeo per la verifica dello stato di attuazione delle norme in discussione, ma hanno altresì convenuto sulla necessità di potenziare le attività di formazione professionale degli investigatori, sia mediante i programmi di sovvenzionamento europeo a livello centrale, sia mediante il rafforzamento delle dotazioni del Fondo Sociale Europeo a livello di Stati membri e dei relativi sistemi regionali.

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