Sciopero guardie giurate negli aeroporti

26 Mar 2019

di Ilaria Garaffoni

aereo-1Hanno incrociato le braccia per l’intero turno di lavoro del 25 marzo gli addetti ai servizi di vigilanza privata nei siti aeroportuali, compreso il personale addetto al servizio di accesso ai varchi. La mobilitazione, indetta a gennaio dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, faceva seguito al partecipato sciopero del 1 e 2 febbraio (primo sciopero di due giorni consecutivi del settore, con migliaia di lavoratori presenti alle manifestazioni di Milano e Napoli). Le rivendicazioni di Febbraio non avevano infatti ancora trovato risposte.

Alla base della protesta, l’impossibilità di trovare un’intesa accettabile per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto nel 2015 e applicato ai circa 70mila addetti operativi sul mercato italiano della vigilanza privata.
La trattativa si è arenata sul trattamento economico (di cui non si parla nemmeno più) e sul cambio di appalto, ma l’intesa manca anche su bilateralità, contrattazione di secondo livello, classificazione del personale e salute e sicurezza, temi sui quali i sindacati avevano presentato un’articolata proposta di riforma.

Le  controparti datoriali hanno per converso  richiesto maggiore flessibilità e modifiche del trattamento di malattia, proponendo soluzioni ritenute dai lavoratori inaccettabili (es. far lavorare 14 giorni di fila con un solo giorno di riposo, flessibilità totalea sugli orari nell’arco delle 24 ore, primi tre giorni di malattia a carico del dipendente, monte ferie e permessi retribuiti che si accumulano senza poter essere smaltiti, ecc).

Alla protesta, che ha creato disagi in diversi aeroporti nazionali e punte di adesione fino al 100% (come è successo a Bari), si sono aggiunti diversi sit-in davanti alle Prefetture.
Tutte iniziative volte a sensibilizzare le autorità sulla necessità ed urgenza di siglare un contratto nazionale di lavoro che garantisca regole e tutele certe, ma anche un aumento salariale dignitoso.
Il rinnovo non ammette più ritardi.

 

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