Due ricorsi contro il DM sulla capacità tecnica

13 Lug 2011

di Ilaria Garaffoni

 

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E’ appena uscito il DM sulla capacità tecnica e già fioccano i ricorsi, sia sul fronte della vigilanza, sia sul fronte delle investigazioni private. Un quadro di reazioni non confortante, considerata anche la tempestività dei ricorsi rispetto all’entrata in vigore del decreto, ma tutto sommato un quadro prevedibile.
La domanda vera è: che impatto avranno queste contestazioni sul processo di riforma in atto? L’abbiamo chiesto a Vincenzo Acunzo, Responsabile dell’Unità Vigilanza Privata presso il ministero dell’Interno.

E’ appena uscito il DM sulla capacità tecnica e già fioccano i ricorsi, sia sul fronte della vigilanza privata, sia sul fronte delle investigazioni…

I ricorsi vengono seguiti sempre con la massima attenzione, anche se quello inoltrato da alcuni investigatori privati reca varie e diverse motivazioni che però sostanzialmente si riducono ad una: la cauzione e i suoi “esorbitanti aumenti”.
Ritengo che si tratti di un falso problema: innanzitutto la cauzione è un istituto previsto dalla legge e non istituito dal DM 269/2010. Con il DM sulla capacità tecnica si avvia però un processo di riforma che riduce la discrezionalità dell’autorità di PS nella valutazione della cauzione, correggendo le anomalie del passato e costruendo un sistema finalmente certo ed omogeneo sul territorio nazionale. Peraltro, la cauzione viene di norma prestata attraverso polizze assicurative fidejussorie, che normalmente si attestano sull’1-2% del valore della cauzione. Il che significa che, di media, un investigatore sborsa 1000 euro all’anno per la cauzione, meno dell’RCAuto.

E il ricorso depositato dagli Istituti di vigilanza privata?

E’ un ricorso più articolato, ma ci tengo a sottolineare che gli Istituti di Vigilanza ricorrenti sono soltanto quattro – su 1700 licenze presenti sul territorio italiano. Credo che questo sia un dato significativo: la maggioranza del mercato dimostra di apprezzare, ma prima ancora di comprendere il DM.
E non è un dettaglio da sottovalutare, considerato che il comun denominatore dei ricorsi depositati è una conoscenza approssimativa della norma e delle tempistiche per l’adeguamento.

E’ presto per fare bilanci, ma possiamo dare un quadro del recepimento del DM ad oggi? Sono state restituite delle licenze, come qualcuno paventava?

Nell’investigazione, dal momento che la licenza è ormai diventata unica e di carattere nazionale, sono state restituite le licenze che di fatto non servivano più.
Nella vigilanza privata, invece, i processi di unificazione sono da tempo in atto, soprattutto a carico dei grandi gruppi nazionali. Ma nessuno ha rimesso la licenza per “danni arrecati dal DM”, se era questo il metatesto della domanda.

Nessun metatesto. Passiamo alla formazione necessaria per il rilascio e spesso anche per il mantenimento delle licenze: quali sono i tempi per l’attivazione dei corsi?

Non dipende solo dal ministero dell’Interno, quindi è difficile dare delle tempistiche attendibili.
Le Università si stanno già muovendo (penso a Cassino, l’Aquila, Campobasso, Bergamo, Roma, Napoli), ma la parte più complicata sono i corsi di competenza regionale. Per parte nostra, avvieremo a breve la procedura per interessare la Conferenza Stato Regioni in modo da individuare quanto prima i criteri di accreditamento dei centri di formazione. Mi sento comunque di fare un pronostico moderatamente ottimista: probabilmente sarà il 2012 l’anno della formazione.

 

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