Guardie giurate all’estero: una proposta che apre un business goloso

08 Nov 2019

di Ilaria Garaffoni

Audizione Assiv in Commissione Affari Costituzionali della Camera sul PDL Lollobrigida, che prevede l’impiego guardie particolari giurate all’estero. Un tema caldo, perché aprirebbe nuove e rilevanti aree di business ad oggi precluse dalla normativa italiana. Basti pensare che per la protezione non solo delle imprese italiane all’estero, ma addirittura dei compound militari all’estero, le imprese italiane devono di necessità rivolgersi a security contractor stranieri.

In un quadro geopolitico dove il terrorismo internazionale non dà tregua, le imprese che operano all’estero in aree a rischio hanno la responsabilità di proteggere il proprio personale (cd. duty of care riconosciuto dal codice penale) – illustra a proposta di legge.

Le Private military security companies (PMSCs) americane e britanniche, ma anche francesi, israeliane, russe e sudafricane, affiancano (in qualche caso sostituiscono) le Forze armate e di sicurezza governative internazionali e locali. All’appello mancano però del tutto le società italiane, strangolate da una normativa laconica e antiquata.

In analogia a quanto avvenuto per i servizi di antipirateria marittima, la PDL Lollobrigida richiede di aprire anche questo business alle imprese di sicurezza e vigilanza privata. Il settore ripartirebbe e le casse dell’erario ne avrebbero grandi benefici. Stiamo parlando di un business che nell’ultimo decennio ha registrato un incremento annuo costante, per un valore globale stimato sui 250 miliardi di dollari.

Il testo della proposta specifica inoltre che “l’impiego di personale italiano garantirebbe il controllo dei flussi informativi ai fini della protezione delle politiche e degli asset aziendali rispetto all’impiego di personale straniero. L’esternalizzazione di funzioni di sicurezza dovrebbe comunque riguardare esclusivamente attività accessorie rispetto a quelle svolte dai militari, quali l’impiego a livello operativo di consulenza e supporto, nel rispetto dei princìpi costituzionali che tutelano il monopolio dello Stato sull’uso della forza. Sarebbe altresì necessaria una sostanziale riconfigurazione del comparto della sicurezza privata in modo da consentire agli operatori del settore un margine di azione basato su standard riconosciuti da istituzioni quali i Ministeri dell’interno e della difesa, in conformità alle linee guida internazionali in materia. Tale controllo di qualità garantirebbe la credibilità delle società di sicurezza italiane e, di conseguenza, una maggiore competitività sul mercato internazionale”.

In allegato, la proposta così articolata:

L’articolo 1 individua l’ambito di applicazione delle norme.
L’articolo 2 regolamenta i requisiti richiesti alle guardie giurate per svolgere attività di protezione in territorio estero.
L’articolo 3 demanda a un regolamento di servizio la fissazione delle modalità per lo svolgimento dei servizi di protezione.
L’articolo 4 individua il tipo di armamento a disposizione delle guardie giurate.
L’articolo 5 stabilisce le modalità di comunicazione tra il titolare della licenza dell’istituto di vigilanza e le autorità estere e nazionali.

Clicca qui per scaricare il PDL GPG all’estero

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