Federsicurezza ha incontrato le Istituzioni nella sala Caduti di Nassirya del Senato per discutere della regolamentazione dell’attività di protezione delle aziende italiane all’estero: un ricco mercato che resta tuttora appannaggio delle sole compagnie straniere, tagliando completamente fuori tutta la vigilanza privata made in Italy.
“Le imprese straniere gestiscono perfino i nostri compound militari all’estero, mettendo a rischio la stessa sicurezza delle informazioni” – ha dichiarato il Presidente di Federsicurezza Luigi Gabriele, secondo il quale “il settore sconta un dato culturale negativo a monte, che identifica i contractor come mercenari invece che come professionisti fiore all’occhiello del comparto, analogamente a quanto avviene in ambito marittimo per il contrasto alla pirateria”.
Attenta la risposta della politica, che con gli interventi degli On. Luca Frusone ed Emanuele Prisco e dei senatori Maurizio Gasparri e Adolfo Urso, Presidente del Copasir, ha manifestato l’impegno condiviso, entro fine legislatura, a “portare a casa il risultato”, riprendendo le proposte di legge in itinere e regolamentando in maniera adeguata un tassello importante della sicurezza integrata nazionale, oltre che fonte di posti di lavoro e fatturato.