La cronaca nera ci parla di assalti a furgoni portavalori con metodi sempre più efferati e l’inedito coinvolgimento di personaggi legati ad organizzazioni a matrice eversivo-terroristica.
Nel frattempo l’Associazione Guardie Riunite d’Italia ha indetto per l’11 marzo un presidio nazionale in Piazza Esquilino per “un cambiamento sostanziale della vigilanza”e per chiedere norme che valorizzino il ruolo sociale della guardia giurata.
Infine c’è la patata contrattuale, che vede un’ipotesi di accordo di rinnovo siglata da ASSIV e Cooperazione assieme a Filcams e Fisascat e la ripresa di un tavolo di contrattazione separato in casa Federsicurezza. Una situazione potenzialmente esplosiva, se si arrivasse a due distinti contratti.
Partiamo dall’aspetto se vogliamo “istituzionale” della vicenda, ossia il possibile indebolimento dell’impianto sanzionatorio del DM 269/2010 che potrebbe derivare da una doppia contrattazione sul campo.
Il DM capacità tecnica, peraltro su decisa istanza di tutte le rappresentanze datoriali, riafferma l’integrale rispetto del contratto collettivo nazionale di categoria, quale elemento imprescindibile per l’operatività degli Istituto, fino alla revoca della licenza.
Il DM si riferisce “al” CCNL che riguarda la categoria vigilanza privata (e non anche i servizi fiduciari, verrebbe da sottolineare). Comunque uno solo.
E’ evidente che qualsiasi sdoppiamento contrattuale indebolirà la già contestabile tesi del DM, i cui funambolismi giuridici sono già oggetto di un contenzioso presso il TAR del Lazio (per la sentenza aspettiamo il 14 aprile).
La questione rileva anche per la bilateralità.
Allo stato attuale l’unico ente bilaterale costruito su base unitaria è l’EBINVIP, tra le cui finalità si annovera anche il rilascio della certificazione liberatoria, che convalida la rispondenza dell’impresa rispetto ai requisiti imposti dalla riforma. Se si dovesse profilare la nascita di un secondo ente bilaterale, chi rilascerebbe la certificazione? Ne occorrerebbero due?
Poi ci sono degli aspetti estremamente complicati, anche in termini puramente amministrativo-gestionali.
Alcuni lavoratori associati ad Uiltucs-Uil (che non ha firmato l’ipotesi di accordo) hanno infatti diffidato i rispettivi Istituti di Vigilanza dall’applicare la nuova ipotesi contratto.
Per queste guardie giurate, come si legge nella circolare diramata dall’ASSIV, perdureranno le condizioni economiche e normative del contratto scaduto nel 2008 – inquadramento incluso.
Invece per i lavoratori aderenti a sigle non firmatarie del CCNL, come pure per i lavoratori senza tessera, per ASSIV non dovrebbe essere accolta alcuna diffida, dal momento che l’implicita accettazione del contratto scaduto nel 2008 implicherebbe un’altrettanto implicita adesione all’ipotesi di accordo, da considerarsi come “espressione di continuità” rispetto al precedente CCNL.
Una “continuità” che sarebbe invero da valutare, dal momento che questa ipotesi di contratto non appare tecnicamente come un rinnovo, essendo sostenuta da soggetti firmatari diversi e regolamentando anche categorie operative non previste nel 2008 (l’innesto dei servizi fiduciari ha imposto peraltro la modifica del titolo del contratto). Forse sarebbe più corretto parlare di nuova fattispecie contrattuale.
E tuttavia alcuni Ispettorati del Lavoro non sembrano tener conto del fatto che l’ipotesi di accordo, non essendo stata siglata da tutti i soggetti maggiormente rappresentativi, non può essere considerata come base univoca di prescrizioni. E anche sulla rappresentatività bisognerebbe forse ragionare, dal momento che gli Istituti di Vigilanza non dovrebbero fornire servizi diversi da quelli autorizzati dall’art 134 TULPS se non con strutture esclusivamente a ciò deputate e senza commistioni operative.
Ci sono poi degli aspetti – tutt’affatto trascurabili – di potenziale contenzioso sul lavoro.
Il primo nodo è l’indennità di vacanza contrattuale, sulla cui congruità sta fiorendo una schizofrenia guidiziaria tale da non rassicurare affatto che l’ipotesi contrattuale di ASSIV possa chiudere tombalmente la questione. Altri contenziosi sono stati minacciati da Uiltucs per la ritenuta introduzione di criteri di demansionamento. Si prevede quindi una primavera intensa per gli uffici legali.
Come finirà questa vicenda e quali esiti porterà nel comparto?
Federsicurezza ha ripreso le trattative negoziali ma nega qualsivoglia innesto dei servizi fiduciari nel CCNL da rinnovare; nel frattempo ASSIV procede a gamba tesa per la ratifica conclusiva dell’ipotesi di accordo già siglato. Pare quindi difficile ipotizzare una ricomposizione allo stato attuale.
Unica nota di apertura: la richiesta di Federsicurezza di un’audizione di tutti gli attori coinvolti da parte dei ministeri dell’Interno e del Lavoro
Clicca qui per scaricare la Lettera Federsicurezza a ministero Lavoro su rinnovo CCNL 2013
per “un’auspicata ricomposizione del quadro di rappresentanza”. Hai visto mai?