Chi sa cos’è la responsabilità solidale alzi la mano.
Tecnicamente si riferisce alla solidarietà del Committente con l’Appaltatore (e ciascuno dei Subappaltatori) entro due anni dalla cessazione dell’appalto. La materia è stata oggetto di riforma da parte del Decreto Sviluppo n. 83/2012, che pone in capo al Committente (e Appaltatore) l’obbligo di farsi rilasciare dai “soggetti a valle” delle certificazioni attestanti la regolarità degli adempimenti fiscali e IVA collegati all’appalto. Solo tali certificazioni permetteranno a chi ha prestato i servizi per conto del cliente di essere pagati. Cosa c’entra con la vigilanza privata? C’entra perchè queste disposizioni, nate per l’edilizia, si applicano tout court anche in un settore – come il nostro – che ha volumi di singola fattura microbici rispetto agli appalti edili.
Risultato? Blocco dei pagamenti in entrata e un aggravio di costi amministrativi.
Oltre il 50% del fatturato della vigilanza privata è infatti costituito da piccoli clienti, i cui servizi sono singolarmente di valore modesto. Le attività imposte dalla normativa grava sui costi delle strutture amministrative e, ben peggio, paralizza le controprestazioni economiche. Come fa un’impresa a certificare a ogni cliente, al momento dell’emissione di ogni singola fattura – il tutto moltiplicato per la moltitudine di rapporti in essere, e di qualsiasi importo – la regolarità degli adempimenti tributari e IVA connessi? E con quale ricaduta in termini di costi e di tempi per l’attività amministrativa?
Il risultato è che anche per prestazioni occasionali e di modicissimi importi, i clienti bloccano in automatico i pagamenti (talvolta come mero pretesto dilatorio) in attesa di ricevere la documentazione – peraltro con modelli fantasiosamente disegnati dagli stessi clienti.
Sconcertante è poi la sanzione minima – 5 mila euro!! – da applicarsi al committente che non abbia verificato, prima di pagare l’appaltatore, il corretto adempimento da parte di quest’ultimo. Nel campo della vigilanza, la sanzione sarebbe nel 50% dei casi sproporzionata rispetto al valore dell’appalto.
Federsicurezza, federazione appartenente a Confcommercio-Rete Imprese Italia cui aderiscono AssVigilanza, Univ, Anivp, Anssat, Anisi e Più Servizi, chiede quindi:
1) la disapplicazione di tale normativa per il comparto rappresentato
2) o, in subordine:
– la definizione di soglie ragionevoli e di importi sotto i quali le nuove disposizioni non si applicano;
– la standardizzazione del modello per autocertificazione, teso alla massima semplificazione;
– una definizione chiara di cos’è un “appalto” (meglio se con elencazione delle tipologie di attività-contratto escluse dall’applicazione della normativa).
Clicca qui sotto per scaricare la lettera di Federsicurezza al Presidente Monti, a Grilli (Ministro Economia e Finanze) e a Passera (Ministro per lo Sviluppo Economico) sulla responsabilità solidale nella vigilanza privata.