Una lettera per sensibilizzare gli Istituti di Credito, primari utilizzatori di network nella vigilanza privata, sui rischi dell’affidamento dei servizi di sicurezza a degli intermediari. Una lettera per ricordare che le scelte dettate dalla logica del massimo ribasso in un campo sensibile come la sicurezza possono essere pericolose, non solo in termini di qualità dei servizi, ma anche in termini di reputazione e credibilità dell’Istituto di credito, e financo di responsabilità solidale.
Questo il senso della lettera mandata dall’ASSIV (e da tutti i suoi associati uti singuli, come pure da chiunque vorrà aderire all’iniziativa) a Banca Intesa San Paolo e, per conoscenza, ad ABI, Associazione Bancaria Italiana e alla Banca d’Italia. Questo il testo della lettera.
Roma, 26 Novembre 2010
OGGETTO: Affidamento servizi di sicurezza presso le vostre filiali sull’intero territorio nazionale
Gentili Signori,
La presente per sensibilizzarvi sui rischi derivanti dall’utilizzo degli intermediari (network) ex art. 115 TULPS come modalità d’acquisto dei servizi di sicurezza. Una problematica già sollevata dall’ASSIV, l’associazione di categoria alla quale questa azienda aderisce. I recenti fatti dei giorni scorsi che Vi hanno indotto a sostituire, quasi con un blitz, la STS, uno dei tre networks aggiudicatari dei servizi di vigilanza sull’intero territorio nazionale, per fatti noti a tutti e che erano ben conosciuti anche prima dell’affidamento del 2008, non possono che obbligarci a richiedervi un immediato ripensamento sull’utilizzo dei networks per l’acquisto dei servizi di sicurezza, modalità che sta mettendo letteralmente in ginocchio il settore, i quali reali rischi non sono stati da Voi ben compresi. La scelta fatta, che ad una prima analisi parrebbe essere stata dettata anche da superficialità, vista l’improbabilità che su tali fornitori sia stata effettuata anche solo una verifica circa l’onorabilità e che vede nella sola ricerca del massimo ribasso la propria motivazione, è per noi allo stato attuale incomprensibile e inaccettabile. Questo anche in considerazione della delicatezza dei servizi svolti dalle imprese di vigilanza: servizi di sicurezza, di trasporto valori oltre che di contazione. Servizi non certo secondari, che dovrebbero vedere nella qualità e nell’affidabilità dei fornitori selezionati dei criteri di scelta che oggi purtroppo non vengono neanche presi in considerazione a favore di un unico criterio, quello del massimo ribasso. Ribasso che, è bene ricordarlo, per i servizi di vigilanza antirapina non può comunque essere giustificato da alcuna economia di scala. Né dall’organizzazione aziendale, tanto meno dall’uso delle tecnologie, essendo il costo del lavoro per sua natura incomprimibile. Risulta pertanto di tutta evidenza come le tariffe da Voi riconosciute siano assolutamente incompatibili con la tabella emanata dal Ministero del Lavoro, che si allega. Tabella che riporta solo i costi che derivano dall’applicazione del CCNL di categoria. Naturale conseguenza è che ad essere utilizzati quali vostri fornitori siano aziende che probabilmente omettono di rispettare gli istituti contrattuali, previdenziali od assistenziali. Aziende, soprattutto al sud, che sono costrette ad accettare tali indegne condizioni per l’impossibilità di operare un’altra scelta, stante lo stato di profonda crisi in cui versano, per tacere della risarcibilità dei beni affidati. Ritenendo pertanto di doverVi comunicare le conseguenze di questa Vostra strategia, che a nostro parere non tiene nella dovuta considerazione i rischi reali che la Vostra azienda sta correndo, in termini di reputazione, di responsabilità solidale anche nei confronti dei dipendenti, per non parlare dei rischi di tesoreria e contazione e relativi livelli qualitativi, Vi invitiamo a rivedere al più presto la Vostra impostazione sull’acquisto dei servizi di vigilanza, trasporto valori e contazione.
Distinti saluti