SAVIANO (NAPOLI), 15 SET – Mentre per gli investigatori sono ancora diversi i nodi da sciogliere nella vicenda di un sequestro definito ‘anomalo’, la vittima – l’imprenditore Antonio Buglione, ‘re’ della vigilanza privata nel Napoletano – ha una certezza: in questa vicenda c’entra la camorra perchè ”in questi territorio nessuno si muove senza la camorra”.
Lo ha detto lo stesso Buglione, ricevendo nella sua abitazione di via San Liberatore a Saviano (Napoli) i giornalisti. Ma gli inquirenti continuano a seguire più piste, compresa quella dell’intimidazione. L’imprenditore ha confermato che i sequestratori – sette o addirittura otto persone tutte con il volto coperto – volevano del denaro. Ma il riscatto – in un primo momento si e’ parlato di cinque milioni di euro – non e’ stato pagato. Buglione ha ringraziato Procura e carabinieri per quanto fatto e si e’ lamentato, invece, di quanto e’ stato scritto dalla stampa. ”Mi avete trattato peggio dei sequestratori”, ha ribadito. ”Mi fa male quello che avete scritto su di me. Non lo merito perchè uno che viene accusato ingiustamente e poi e’ stato prosciolto ed ha ricevuto il risarcimento dei danni non può essere trattato in questo modo”, ha proseguito. ”Se fossi stato un imprenditore del Nord avrei avuto la croce al merito ma qui, nonostante l’assoluzione con formula piena, passo per un mafioso. Questo non e’ bello”, ha aggiunto Buglione che pero’ resta indagato per altre vicende più recenti sulle quali gli inquirenti hanno puntato i riflettori tra cui la questione che riguarda l’istituto la ”La Gazzella” di Afragola. Sorretto dai familiari, tra cui la moglie e le figlie, Buglione con il volto ancora tumefatto e dolorante, ha detto che il momento più brutto della sua disavventura, iniziata domenica sera poco, dopo le 20, quando il commando lo ha bloccato non lontano da casa e in un’area sottoposta al controllo di un sistema di telecamere, e’ stato quando e’ riuscito a fuggire.
Ha temuto che i sequestratori non avrebbero esitato ad ammazzarlo se lo avessero riacciuffato. Poi le botte subite durante il viaggio da Saviano a Marigliano, una manciata di chilometri lungo strade abbastanza trafficate, dove e’ stato fino alla mattinata di martedì, quando approfittando di una temporanea assenza dei malviventi, e’ riuscito a liberarsi allontanandosi con una catena al collo. Perchè è stato sequestrato? L’imprenditore ha detto: ”Volevano i soldi, mi hanno detto che se i miei familiari non avessero dato loro il denaro sarei tornato morto a casa, ma il riscatto non e’ stato pagato”. Ai giornalisti ha ribadito che non aveva timori del genere perchè diversamente si sarebbe riguardato. Ma allora chi gli voleva del male? Buglione ha detto di aver presentato negli ultimi cinque diverse denunce ma non ha voluto entrare nel merito e di essersi sentito solo. A una domanda precisa se deporrà prossimamente ad un processo a carico di alcun esponenti del clan Fabbrocino ha risposto”Non lo so”. Poi una promessa: ”Andrò via con le mie figlie, forse in Africa, andrò molto lontano e lo faro’ per loro”.