Manifesto AGRI – ANGGI per una vigilanza privata tutta da rifare

02 Ago 2013

di Ilaria Garaffoni

Con tutto quello che sta succedendo, era logico attendersi un vero Manifesto – appello “per un reale cambiamento nel settore delle Guardie Particolari Giurate“. Lo ha messo in circolazione l’Associazione A.G.R.I. assieme all’A.N.G.G.I. (Associazione Nazionale Guardie Giurate Italiane). Dall’abusivismo ai corsi di formazione fittizi, dagli sconfinamenti del portierato ai turni massacranti: AGRI e ANGGI chiedono maggiore attenzione per le guardie giurate e una politica della sicurezza lungimirante, oltre allo status di pubblico ufficiale nell’esercizio delle proprie funzioni, entro certi ambiti.

In sostanza i sottoscrittori del manifestono ritengono:

Che: vi siano le condizioni storiche per l’affermazione di una nuova politica sulla sicurezza.

Che: le guardie particolari giurate possano prestare il proprio servizio per la tutela di impianti produttivi privati, banche, laboratori scientifici, università e sedi di enti pubblici.

Che: una nuova cultura della sicurezza deve basarsi sulla libertà all’interno di regole che garantiscano qualità e governo totale del territorio, sul federalismo solidale e fiscale, sulla sussidiarietà, sulla concezione e pratica dello Stato leggero, quindi sulla lotta contro lo statalismo e il centralismo unidirezionale.

Che: un nuovo patto tra tutti gli operatori della sicurezza non può che tradursi in un maggior controllo del territorio, ponendo la questione della sicurezza come vera sfida futura.

Che: nell’ambito di nuova politica sulla sicurezza, nel settore delle guardie giurate si deve:

1) prevedere un nuovo status giuridico di guardia giurata: non più semplice incaricato di pubblico servizio, bensì pubblico ufficiale entro limiti e determinazioni ben precise;

2) prevedere che gli istituti di vigilanza agiscano come organismi ausiliari delle Forze di polizia dello Stato;

3) prevedere la soppressione dei consorzi e delle organizzazioni in proprio dei servizi di vigilanza, collocando coloro che ne fanno parte all’interno degli istituti propriamente detti, e che come tali agiscono sulla base di ordinanze prefettizie;

4) prevedere due nuove attribuzioni: la tutela della persona e l’assolvimento di servizi d’ordine, sulla base di una richiesta formulata da enti e da soggetti allo scopo precisati.

5) indicare i requisiti dei soggetti addetti alla vigilanza per ciò che concerne la verifica dell’idoneità psico-fisica e le competenze necessarie dei candidati alla nomina di guardia particolare giurata.

6) regolamentare tutti gli aspetti relativi a: dotazione, uniforme, gradi, tessera di riconoscimento ed attribuzioni gerarchiche dei soggetti inquadrati all’interno degli istituti;

7) disciplinare l’attività formativa e di selezione cui sono tenuti i medesimi soggetti, al fine di rendere noti i requisiti richiesti a coloro che aspirano all’esercizio della professione.

8) Prestare attenzione alle guardie particolari giurate in stato di disoccupazione, i cui nominativi devono risultare dagli elenchi istituiti presso le prefetture – uffici territoriali del Governo e ai quali gli istituti devono attingere in caso di nuove assunzioni.

9) stabilire che i rapporti di lavoro degli istituti siano disciplinati dal contratto collettivo nazionale di lavoro della vigilanza privata, ove fissare anche i criteri per il lavoro straordinario ed i turni di riposo.

10) demandare ai sottufficiali e agli ufficiali della Polizia di Stato il controllo delle guardie particolari giurate, stabilendo norme specifiche in relazione alla eventuale revoca dei tesserini di riconoscimento.

11) fissare criteri rigorosi per il rilascio delle licenze per l’esercizio dell’attività degli istituti.
La presente iniziativa si propone di scuotere le coscienze di tutte quelle guardie giurate che auspicano un reale cambiamento delle proprie condizioni lavorative e di tutta la categoria della vigilanza privata, settore ormai ferito da facili promesse ed illusioni, oltre che abbandonato dalle istituzioni e dall’attuale classe politica ad un destino su cui abbiamo deciso di intervenire in prima persona – senza più aspettare aiuti dall’alto o dalle istituzioni che mai arriveranno – per riappropriarci del nostro futuro e della nostra dignità!

Il primo firmatario è Massimo Raffi, Presidente di A.G.R.I.

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