Era nell’aria: dopo la pubblicazione delle due norme UNI dedicate ai servizi ausiliari di sicurezza (UNI 11925:2023 per gli addetti e UNI 11926:2023 per le aziende), che sono per natura norme tecniche e volontarie, era lecito attendersi il passo successivo, ossia provare a rendere quelle norme in qualche modo cogenti. Sembra l’obiettivo della pdl n.1857, ancora da assegnare alla Camera, a firma Caramanna ed altri.
La pdl 1875 prevede infatti che le stazioni appaltanti includano criteri premiali per il possesso della certificazione a Marchio UNI, emessa da Organismi di Certificazione accreditati, in conformità alla UNI 11925, degli operatori impiegati dalle aziende che partecipano alle gare.
E aggiunge: decorsi 18 mesi dall’entrata in vigore della legge (se passerà), l’erogazione dei servizi ausiliari di sicurezza è vincolato al conseguimento, il mantenimento e il rinnovo nel tempo della certificazione a Marchio UNI, emessa esclusivamente da Organismi di Certificazione accreditati in conformità alla UNI 11926. Con la stessa decorrenza, l’erogazione dei servizi è vincolata alla presenza in organico di un Responsabile dei servizi dell’organizzazione in possesso di certificazione a Marchio UNI emessa da organismo accreditato. Sarà pubblicato sul sito di ACCREDIA il registro delle aziende e degli operatori certificati.
Considerato il far west in cui si sono mosse per anni le imprese – anche della vigilanza privata – nell’erogare i servizi di sicurezza (che li chiamiamo integrati, ausiliari, fiduciari o portierati poco cambia), benissimo che si stia facendo ordine. Ma forse bastavano due norme e una certificazione volontarie per chi intendeva differenziarsi.
E’ pur vero che in Italia cioè che non è obbligatorio non prende mai piede (pensiamo alla certificazione obbligatoria nella vigilanza privata!),comunque attendiamo con impazienza le reazioni del mercato.
Qualcosa ci dice che non saranno tutte rose e fiori.