Gli Onorevoli Tommaso Foti, Walter Rizzetto e Gianluca Caramanna hanno illustrato agli stakeholders la proposta di legge di FdI n. 1857/202, che impone alle stazioni appaltanti di prevedere dei criteri premiali per chi possiede la certificazione, emessa da enti accreditati, secondo la norma UNI 11925 (requisiti degli operatori di servizi ausiliari alla sicurezza – detti anche fiduciari, disarmati, portierati).
Intento della legge, come ha dichiarato l’On. Gianluca Caramanna, è dare dignità ad un settore che conta una platea di 150.000 unità definendo all’art 2 le figure professionali (assistente, coordinatore e responsabile) e i servizi (portierato, monitoraggio, gestione dei flussi, controllo titoli di ingresso, accoglienza e assistenza, etc).
Ma il vero punto di svolta è l’art 3, che nei bandi pubblici impone dei criteri di premialità per le imprese che certificano il proprio personale di sicurezza disarmato.
Interessanti, ma prevedibili, le reazioni della committenza.
Molto favorevole Daniele Ricciardi, Presidente di ASSORUP, per “un’iniziativa che fa ordine e chiarezza in un mondo confuso dove i RUP a volte non sanno come scegliere i contraenti” e che si è dichiarato disponibile a collaborare affinché i capitolati vengano scritti in linea con questa PdL.
Altrettanto entusiastica la reazione di Alessandro Manfredini, Presidente di AIPSA: “i security manager rappresentano l’utenza finale: valorizzare le professionalità significa mettere in sicurezza le imprese, il che significa in definitiva mettere in sicurezza l’economia del paese”.
Che qualificare il patrimonio umano delle imprese generi sicurezza a 360° è fuori di dubbio, ha chiosato l’On. Walter Rizzetto, chiarendo che “la proposta non intende punire, ma correggere le pratiche non ottimali diffondendo al contempo le buone pratiche” e che è ormai fondamentale investire nelle aspettative di un mercato che è sempre più esigente.
Meno preedibile invece – almeno per noi di VPOnline – la reazione delle imprese del settore.
Per Marco Stratta, Direttore di ConFederSicurezza e Servizi e Segretario Generale ANIVP, si tratta di una proposta di legge “utile a rivalutare e valorizzare tanto le aziende che operano correttamente nel settore quanto le rispettive professionalità”. L’importante, ha concluso Stratta, è che il mercato trovi il modo di riconoscere la professionalità.
Ed è proprio questo il punto: perché va benissimo qualificare e selezionare le professionalità degli operatori e ancor di più qualificare e selezionare le imprese del settore disarmato, ci mancherebbe altro, purché però la certificazione diventi anche uno strumento per giustificare gli aumenti che inevitabilmente dovranno essere richiesti ai committenti. E non solo per giustificare i costi degli adeguamenti che le imprese del settore dovranno sostenere per certificarsi (percorso che costa, soprattutto se gli organismi devono essere accreditati ACCREDIA e dunque a loro volta devono affrontare un percorso), ma anche per assorbire i noti rincari salariali.
E visto che la committenza pubblica ad oggi nemmeno vuole pagare gli aumenti del costo del lavoro che sono stati contrattualizzati, viene da chiedersi dove troverà mai i soldi per pagare dei servizi certificati (per non parlare della difficoltà pratica di certificare degli operatori in un settore caratterizzato da costante turnover e forte impiego di personale dotato di permessi di soggiorno che appare e scompare senza lasciare traccia di sé).
Si dirà che basterebbe che le imprese certificate facessero cartello sulle tariffe minime, ma la storia del settore racconta ben altro. Noi siamo ottimisti, quindi aspettiamo fiduciosi di leggere i prossimi bandi di gara. Con i popcorn.
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