Guardie giurate “a chiamata”: si può?

30 Mag 2011

di Ilaria Garaffoni

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Carissimo Direttore,
complimenti per la vostra testata la quale, nel variegato mondo della vigilanza privata, risulta essere un chiaro e puntuale punto di riferimento informativo e formativo.
Il nostro Istituto di Vigilanza è collocato in una città di mare: pur avendo un costante impiego in tutti i mesi dell’anno, ci vediamo travolti da numerosi lavori in particolar modo nella stagione estiva, dove la mole di lavoro lievita in modo consistente. Chiedo a lei e, per suo tramite, a chi “mastica” leggi e contratti, la liceità di poter disporre contratti a tempo determinato, ovvero a chiamata, proprio in forza di questa discontinuità del lavoro che si esplica particolarmente nel fine settimana. Mi pare di aver compreso che l’unico vincolo che il CCNL impone in proposito sia quello della “subordinazione”, ovvero quello di un rapporto chiaro tra datore di lavoro e dipendente, cosa che anche un contratto “occasionale” prevede.

Grazie, Giuseppe Vitali

Caro amico
innanzitutto grazie di cuore dei complimenti, ne siamo onorati!
La questione che lei pone è controversa, perchè se si ritenessero ammissibili queste tipologie contrattuali per le guardie giurate, si cozzerebbe da un lato con il CCNL (che non prevede il contratto a chiamata), dall’altro lato con il D.P.R. 153/2008 (che sancisce l’obbligo dell’integrale rispetto del CCNL).
Inoltre – ma è un parere personale – i contratti a chiamata potrebbero essere dei pericolosi precedenti sotto il profilo della sicurezza, poiché si rilascerebbero dei decreti – e dei porti di pistola – anche a lavoratori che li usano una tantum, in contrasto con il principio che esige che l’autorizzazione venga rilasciata dall’autorità di Pubblica Sicurezza solo nel momento in cui si deve realmente svolgere l’attività…
Ripeto, la questione è controversa. Ha interessato i sindacati, gli Ispettorati del Lavoro, il ministero?

Ci tenga aggiornati!

Ilaria Garaffoni

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