Dall’uomo al dato: la rivoluzione della sicurezza privata in CoESS

14 Ott 2019

di Ilaria Garaffoni

COESS – FEDERSICUREZZA 6th EUROPEAN SECURITY SUMMIT – Rome 10th October 2019 – Confcommercio

Mentre in Italia l’industria della vigilanza privata si arrovella su come razionalizzare il costo uomo e su come operare la difesa della persona, le punte più avanzate d’Europa – dove nascono i leader globali dell’industria della security privata – hanno da tempo spostato il focus dall’uomo al dato, quale risorsa generatrice di valore e capace di incidere positivamente sul business della clientela. È infatti la gestione dei dati, raccolti tramite soluzioni tecnologiche sempre più sofisticate (dall’intelligenza artificiale alla realtà aumentata, all’IoT), ad aggiungere valore al core business del cliente finale, trasformando l’offerta di security da centro di costo a soluzione tecnologica abilitatrice di strategie, benefici e risparmi. E’ quanto è emerso dal meeting organizzato il 10 Ottobre a Roma da CoESS, Confederazione dei servizi di sicurezza europei, che riunisce 23 associazioni di 18 membri UE, con 45.000 società di sicurezza private, due milioni di addetti e un fatturato annuo di oltre 40 miliardi di euro.

L’occasione era il 30ennale della Confederazione, che vede l’industria italiana della security privata rappresentata in Europa da FederSicurezza, Federazione italiana del Settore della Vigilanza e Sicurezza Privata aderente a Confcommercio, non a caso sede dell’evento.

Mission del CoESS non è, come si potrebbe pensare, l’armonizzazione delle norme nazionali in materia di sicurezza (l’Italia ha scontato per 50 anni le restrizioni di un TULPS che limitava le licenze a livello provinciale, negando alle imprese ogni possibilità di dimensionamento), ma quella di definire standard di servizio sempre più elevati. E naturalmente volontari. Questo per un semplice motivo: la sicurezza low cost non esiste. O c’è sicurezza, o non c’è. E la stessa sicurezza non può che definirsi come mitigazione di un rischio a livelli sostanzialmente tollerabili.

Forte di questa mission, il 10 Ottobre CoESS ha proposto nuovi modelli di cooperazione e partenariati pubblico-privati e servizi di security evoluti per bocca di alti funzionari istituzionali e top manager di aziende del calibro di G4S, Securitas, Prosegur o Aproser. Aziende di dimensioni inimmaginabili alle nostre latitudini (il primo polo industriale italiano conta 18.000 dipendenti, contro i 546.000 di G4S) e che impiegano addetti essenzialmente disarmati con modelli di business incentrati sulla tecnologia e la gestione dei dati.

Scorci di un futuro ancora lontano per noi, e che tuttavia vede delle analogie con la situazione italiana: una polarizzazione di mercato ed una specializzazione sempre più forte, che – così auspicano i leader globali – li porterà a confrontarsi senza timori di cannibalizzazione anche con colossi che masticano dati sin dalla loro fondazione, come Google, Apple o Amazon. Perchè saranno questi i competitor dell’industria della sicurezza privata in un futuro nemmeno troppo lontano.

Ma se l’Europa corre ad una velocità tanto diversa e la nostra idea di qualità si riferisce a ben altri e meno evoluti servizi, ha ancora senso dialogare con realtà come il CoESS?

Assolutamente sì. Tramite gli organismi di respiro europeo possiamo veicolare nodi che si faticano a sciogliere sul piano nazionale, a partire dall’apertura della vigilanza privata ad altri e più fruttuosi business” – dichiara Luigi Gabriele, Presidente di FederSicurezza. “Tutela della persona e contractor per i compound militari in scenari bellici ci sono tuttora preclusi”.
Del resto, se le guardie giurate italiane possono fare attività antiterrorismo, non si vede perchè debbano loro essere precluse attività più remunerative e meno rischiose.

Sul ruolo cruciale della sicurezza privata anche nell’antiterrorismo europeo si è espresso Hans Das, capo Unità Antiterrorismo presso la direzione generale Migrazione e affari interni della Commissione Europea, sottolineando che la minaccia terroristica resta purtroppo elevata in tutta l’UE. “Sarebbe dunque auspicabile che la private security coadiuvasse le forze di pubblica sicurezza nella protezione degli spazi pubblici con nuove modalità di partenariato pubblico-privato”.

Le attuali sfide alla sicurezza pubblica impongono infatti, ha chiosato Marc Pissens, Presidente di CoESS, che la società nel suo insieme si adatti alla nuova normalità che siamo quotiodianamente costretti a fronteggiare.  “Occorre un continuum nella sicurezza, ove la security venga considerata come fattore abilitante e non semplice merce. Per raggiungere questo obiettivo, CoESS ha elaborato alcune raccomandazioni ai responsabili politici europei affinché intraprendano passi importanti nella direzione di un’Europa più resiliente”.

 

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