“Tutto il commercio italiano farà la sua parte: lo farà chi chiuderà e lo farà chi continuerà ad assicurare la distribuzione dei prodotti alimentari e dei beni di prima necessità”. Lo dichiara il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sulle nuove misure del Governo per contenere il Coronavirus. L’ultimo DPCM – con effetti dal 12 al 25 marzo salvo diverse indicazioni, introduce infatti misure ancora più stringenti sull’intero territorio nazionale, di fatto limitando attività commerciali e servizi a ciò che è essenziale. Ma la sicurezza privata è un servizio “essenziale”?
Partiamo dal DCMP dell’11 Marzo 2020, che in sintesi dice:
– stop alle attività commerciali al dettaglio, salvo per la vendita di generi alimentari e di prima necessità, edicole, tabaccai, farmacie, benzinai (l’allegato 1, che consigliamo di leggere attentamente, contiene l’elenco completo). Deve essere sempre garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro
– stop alle attività dei servizi di ristorazione (eccetto mense e catering continuativo, ristorazione con domicilio, somministrazione di alimenti e bevande nelle aree di servizio e rifornimento), garantendo sempre la distanza di sicurezza interpersonale
– stop ai servizi alla persona (es. parrucchieri, estetisti) diversi da quelli nell’allegato 2 (lavanderie, pompe funebri, servizi bancari, finanziari, assicurativi, attività agricole, zootecnice di trasformazione agroalimentare comprese le filiere che forniscono beni e servizi)
– possibile riduzione/soppressione di trasporto ferroviario, aereo e marittimo, con garanzia dei servizi minimi essenziali
– sì a smart working, ferie e congedi retribuiti, stop ai reparti aziendali non indispensabili. Il tutto nel rispetto dei protocolli di sicurezza/distanza interpersonale e con strumenti di protezione individuale e sanificazione dei luoghi di lavoro.
Nelle more di specifiche ufficiali, è lecito chiedersi in quale categoria si possano collocare i servizi di sicurezza privata. Perché se le aziende chiuse potrebbero essere più esposte ad una criminalità che non si fa intimidire nemmeno da virus letali, è essenziale che gli asset e i beni mobili e immobili delle imprese vengano protetti, in attesa di una ripartenza che si auspica possa avvenire in un periodo non lontano. Le attuali risorse di sicurezza presenti nella grande distribuzione organizzata sono peraltro già spesso convertite per svolgere funzioni di verifica del rispetto delle norme igienico-sanitarie.
Si tratta dunque di servizi “essenziali” in senso largo?
Per Luigi Gabriele, Presidente di Federsicurezza, “qualunque affermazione potrebbe in questo momento essere tacciata di sciacallaggio. Quel che è certo è che il comparto della sicurezza privata resta a completa disposizione delle istituzioni, per qualunque necessità e funzione possa essere definita in questa fase emergenziale. Per quanto riguarda le committenze private, ci uniamo all’appello di Confcommercio: chi oggi chiude dovrà essere messo in condizione di poter riprendere quanto prima. Ci attendiamo quindi misure di sostegno serie ed efficaci.”