Tanto rumore per nulla. L’articolo de La Repubblica, che sanciva la fine della luna di miele tra la Lega e A.N.G.G.I. (Associazione Nazionale Guardie Giurate Italiane), delusa, secondo il giornalista, da un decreto sicurezza che non menziona le giurate al punto da minacciare un’intera settimana di sciopero, viene smentito. Chiarisce la vicenda il presidente dell’Associazione A.G.R.I Massimo Raffi, con un comunicato stampa inviato anche al ministero dell’Interno e che riportiamo integralmente.
“La scrivente associazione, a difesa della realtà e della regolarità nelle procedure e delle norme del settore e della rappresentanza, in riferimento ai lavoratori, specificatamente per la categoria delle guardie particolari giurate italiane, successivamente all’articolo giornalistico, uscito in data odierna nella cronaca politica del quotidiano nazionale la Repubblica.it, sente la necessità di intervenire in merito.
In primis per dare atto che le guardie particolari giurate italiane non sono 51 mila. Secondo l’ultima elaborazione Censis su dati InfoCamere, nel 2017 gli addetti impiegati nei servizi di vigilanza privata negli istituti di vigilanza sono 42.672 unità ( rapporto dei dati tab 15 e tab 16) e di queste 42.672 unità bisogna stabilire l’esatto numero delle guardie particolari giurate che, per effetto di una contrazione specifica del settore del servizio armato e dello sviluppo del 2.4% annuo del servizio non armato, fa ipotizzare in un numero che si aggira attualmente sulle 36.000 unità.
Ricordiamo inoltre che le guardie particolari giurate sono tutelate sindacalmente dalle associazioni sindacali, prime fra tutte le associazioni confederali CGIL Filcams, CISL Fisascat e UIL Tucs ma anche UGL Sicurezza Civile, CISAL Sinalv e una quantità imprecisata di sigle autonome, indipendenti e del sindacato di base tra cui CSI – SAVES- Flaica cub – USB, etc. Il servizio prestato dalle guardie particolare giurate rientra nei servizi pubblici essenziali che, secondo la legge italiana, fa riferimento all’esercizio del diritto di sciopero in settori che offrono servizi indispensabili per garantire ai cittadini il godimento di diritti della persona costituzionalmente tutelati. I soggetti che promuovono lo sciopero devono garantire l’erogazione delle prestazioni indispensabili, come appunto quella minacciata nell’articolo giornalistico del blocco del sistema monetario, delle banche e delle poste, per privare della disponibilità dei contanti. Ma preventivamente va svolta una procedura di raffreddamento sotto la lecita osservazione della Commissione di Garanzia, che tra l’altro ha il compito di precettare e di sanzionare le organizzazioni che vi aderiscono in violazione della legge.
Stabilito che l’articolo giornalistico è ricco di inesattezze che la privano di quella logica essenziale per la sua stessa credibilità, vorremmo ora entrare nel merito della funzionalità organizzativa dei promotori dello sciopero, la stessa che la scrivente organizzazione ha coinvolto in una manifestazione unitaria, promossa il 27 marzo del 2018 nelle maggiori città italiane: Milano, Roma, Napoli, Bari, Genova e Palermo, per attenzionare le Prefetture e gli enti istituzionali sull’importanza della sicurezza sul lavoro delle stesse guardie giurate e sulla necessità di incentivare il ruolo di controllo, delle Questure e delle Prefetture, sulle imprese private che erogano i servizi sussidiari o complementari alle forze di Polizia.
In quell’occasione l’A.N.G.G.I. aveva avuto, da A.G.R.I. associazione promotrice, il ruolo di organizzare la manifestazione su Genova e di dare, eventualmente, supporto alle altre organizzazioni coinvolte nell’iniziativa in altre città, deludendo completamente ogni aspettativa. Nelle ore successive a quella manifestazione la stessa A.N.G.G.I. manifestò palesemente, in disaccordo con la scrivente, l’ambizione individuale e prevaricatrice di assumere la rappresentanza del settore attraverso un piano di esclusione delle altre organizzazioni sindacali. Premettendo che la scrivente non è un’organizzazione sindacale ma un’associazione che promuove gli interessi extra-contrattuali, dando importanza al ruolo sociale e professionale delle guardie particolari giurate, supportando tutti gli altri enti di tutela, sindacali e non, attraverso la disponibilità volontaria e gli studi di settore dei professionisti n/s iscritti, abbiamo creduto di isolare l’A.N.G.G.I. da qualsiasi altra iniziativa. Continuando così per la propria strada e unitamente agli altri sodalizi: A.N.P.G. di Napoli, SAVES di Palermo, CSI di Milano si è provveduto a manifestare c/o il Ministero dell’interno a Roma e prendere accordi con la segreteria dell’On. Molteni, sottosegretario di Stato del Ministero, con cui si è instaurato un proficuo dialogo istituzionale sui contenuti già promossi dalle precedenti iniziative e proseguendo con ulteriori documenti che la presente associazione sta sviluppando.
Riteniamo che questi articoli giornalistici – conclude l’associazione – siano un grezzo modo di fare rappresentanza, allontanando ancor di più i veri problemi che attanagliano la categoria dalla loro risoluzione, creando sconcerto o confusione nel contesto lavorativo e sociale. Auspichiamo un rapido e deciso intervento istituzionale per ripristinare la qualità dell’informazione, riportando la rappresentanza nella sua giusta dimensione, spronando la figura professionale alla sua giusta utilità professionale nel contesto di liceità”.