Gli Italiani vogliono le guardie giurate sul territorio

17 Nov 2021

di Ilaria Garaffoni

Dopo il Censis, anche l’Istituto Piepoli lo conferma: la cittadinanza apprezza il lavoro delle guardie giurate e le vorrebbe più presenti sul territorio. E’ emerso dal sondaggio “La sicurezza secondo gli italiani” presentato dall’Istituto Piepoli in occasione del convegno “Sicurezza in Italia, tra innovazione e PNRR” organizzato il 16 Novembre da Sicurtransport per festeggiare il 50esimo.

Questi i dati salienti emersi dal sondaggio:

  • Per il 65% degli intervistati la vigilanza privata dovrebbe supportare le forze dell’ordine e i vigili urbani nel controllo delle città (zone a rischio e centri storici). Le sostenitrici più convinte sono le donne e gli intervistati tra i 35-54, con percentuali più alte al Sud (71%) e nelle isole (74%), dove il sentiment di sicurezza è più ridotto.
  • Per il 50% degli intervistati i servizi privati di sicurezza sono ritenuti affidabili per la sicurezza personale: per l’8% molto affidabili, per il 42% abbastanza affidabili. Anche in questo caso più alte le percentuali nella fascia di età 35-54 anni e al Sud e nelle isole.
  • La sicurezza si conferma tra le priorità che gli italiani assegnano al Governo (15%), seguendo soltanto i valori “must” di questi tempi convulsi: lavoro, sanità e ambiente.

Di particolare interesse anche le considerazioni emerse dal dibattito.

Se per Rosario Basile, presidente della holding del Gruppo Biks, “Sicurtransport è pronta ad affrontare le sfide per i prossimi decenni anche sfruttando le opportunità del PNRR per rimanere sempre all’avanguardia”, per il presidente del Copasir Adolfo Urso, ospite della giornata, “la nuova frontiera della sicurezza è quella cibernetica” e sebbene sia finalmente nata anche in Italia l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, al cambio di passo nella prevenzione non coincide un cambio di passo nella repressione, visto che ancora non è ben configurato il reato di estorsione informatica.

E proprio il tema dell’aumento delle minacce cyber e dei reati informatici è stato al centro del confronto al quale hanno preso parte anche Stefano de Luca (presidente di Sicurtransport), Riccardo Di Stefano (presidente nazionale dei Giovani imprenditori di Confindustria), Alfio Rapisarda (responsabile Security del Gruppo Eni), Marco Iaconis (coordinatore OSSIF – Centro ricerca Abi Sicurezza Anticrimine), Livio Gigliuto (vicepresidente dell’Istituto Piepoli), Filippo Basile (Ad Società operazioni di sicurezza), Francesco Macrì (presidente di Estra e componente Giunta Utilitalia) e Luigi Gabriele (presidente ConFederSicurezza).

 

Importante la considerazione conclusiva sul ruolo della sicurezza cyber in un settore spesso accusato di immobilismo: “il mondo della sicurezza è cambiato: offriamo più servizi tecnologici, abbiamo più ingegneri elettronici ed informatici rispetto a prima e tutte le attività innovative, che rappresentano un quarto del nostro fatturato, sono in crescita“, ha affermato Luciano Basile, amministratore delegato della holding del Gruppo Sicurtransport. “Per questo è fondamentale la cooperazione tra pubblico e privato e una valorizzazione da parte del governo di chi si occupa di sicurezza. Se l’innovazione è fondamentale, la sicurezza come comparto può e deve dare una grande mano. L’infrastruttura privata esiste: metterla a sistema sarebbe un’operazione rapida, poco costosa e immediatamente efficace“.

 

 

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