I lettori e le imprese ci segnalano costanti ritardi delle Prefetture e le Questure nel rilasciare o nel rinnovare i documenti necessari per svolgere l’attività di guardia giurata. Ritardi superiori alla data di scadenza dei decreti e che non di rado costringono gli istituti a sospendere i lavoratori dai servizi. Senza stipendio. Una situazione sempre più diffusa e che sta raggiungendo il livello di vera emergenza.
Rammentiamo che per il rilascio dei titoli di GPG le Prefetture e le Questure hanno 90 giorni di tempo dal momento della richiesta, mentre per il rinnovo dei titolo non c’è un termine prefissato (il che potrebbe significare che sarebbero 30 giorni): l’unica certezza è che le direttive ministeriali richiedono che la domanda sia presentata 90 giorni prima della scadenza.
Purtroppo ad oggi non esistono mezzi efficaci per sollecitare gli uffici particolarmente lenti, se non partire con le richieste molto tempo prima della scadenza e procedere con numerosi e costanti solleciti. Solo extrema ratio, si può adire il TAR (ma, per giurisprudenza consolidata, l’inerzia di un’amministrazione si valuta dopo un anno)..
La verità è che i ritardi sono diffusi – con maggiore o minore intensità – sull’intero territorio nazionale, rendendo sempre più difficile agli Istituti lavorare, garantire i livelli occupazionali e rispettare i contratti sottoscritto con la clientela. Parliamo di imprese che, nonostante reiterate richieste, non ottengono il nulla osta per aspiranti guardie giurate o il rinnovo di GPG già in servizio, a fronte di istanze presentate anche nello scorso anno e per le quali sono decorsi i termini per la conclusione del procedimento amministrativo.
Il prolungarsi dei tempi oltre ogni ragionevole esigenza istruttoria arreca alle imprese, e
soprattutto alle guardie giurate, un danno importante. Il tutto in un momento in cui si registra una particolare disaffezione verso il mestiere di guardia giurata (fatto di turni, festivi, notti insonni). Non è un caso che molte campagne di recruiting avviate dalle imprese vengono vanificate dalla lentezza burocratica della PA.
In sintesi, questo è un appello disperato a Prefetture e Questure: SOS, mayday, il settore sta per affondare.