Trasporto valori e assalti: è ora che si muova lo Stato

17 Gen 2025

di Bastian Contrario

Il 2024 si è chiuso con una rapina al trasporto valori e con una rapina è iniziato il 2025. Solita zona, solita gentaglia, solita ferocia. Ce lo ricorda Bastiancontrario, esortandoci a guardare alla fonte del problema, ossia ad una criminalità ormai ben collaudata e circostanziata in un’area del paese. Quante altre guardie giurate devono ancora rischiare la pelle prima che lo Stato si decida a bonificare quel territorio? Dobbiamo aspettare che i Lloyd’s non assicurino più i trasporti? O dovremo addestrare le GPG a guidare i carrarmati?

PS Bastiancontrario ha bacchettato pure noi per aver contestato un servizio TV che confonde vigilanza privata con pizzo. Certo che il problema è la camorra, ma si è persa l’ennesima occasione per fare qualche opportuno distinguo.

Guardare il dito e non la luna!

di Bastiancontrario

Iniziando a scrivere questo contributo, mi sono reso conto di aver trattato la questione delle rapine ai furgoni portavalori in terra di Puglia, l’otto novembre scorso. Voglio rassicurare il mio unico lettore (per quanto possa essere rassicurante la circostanza) che il tornare a così breve tempo su un argomento non è dovuto alla memoria indebolita dall’età che avanza, ma dalla circostanza che con una rapina abbiamo chiuso il 2024 e con una rapina abbiamo inaugurato il 2025.

Nell’articolo di novembre, facevo riferimento ad un sistema complesso che sembrava essersi messo in moto con una riunione delle parti interessate al Viminale. Ecco, qualche giorno fa si è tenuta un’altra riunione presso il Ministero che, spiace dirlo, sembra aver prodotto poco più di niente.


Certo, mezzi più performanti, maggiori tecnologie, una migliore organizzazione possono aiutare e le aziende leader in questo segmento sono strutturate in questo senso, ma il vero problema è che siamo di fronte ad un’emergenza criminale che deve essere combattuta dallo Stato in maniera adeguata.

In un fazzoletto di terra operano bande criminali di inaudita violenza che non possono e non debbono essere affrontate durante le rapine, ma debbono essere individuate e fermate prima. E’ un’emergenza criminale che richiede un’azione eccezionale, come si è fatto quando si è combattuta, ad esempio, l’anonima sequestri sarda o quando si è affrontato il contrabbando.

Non si può riversare tutto il peso di questa situazione sulle aziende di trasporto valori e sulle guardie giurate. E cosa faremo quando i Lloyd’s cominceranno a rifiutarsi di assicurare i trasporti? Bloccheremo la circolazione del contante? Basta pensioni, stipendi, sovvenzioni, ecc.?

Ripeto: è un problema complesso che necessita di una risposta coordinata tra tutti gli attori (Stato, banche, poste, istituti di vigilanza) e che non si risolve guardando solo il singolo episodio. Il dito e non la luna.

Del resto è un malvezzo che il sistema si porta appresso da sempre quello di guardare alla superficie delle cose. Come nel recente caso del servizio di Striscia la notizia che avrebbe unito in un unico concetto la vigilanza privata ed il “pizzo”. Ora, a parere di chi scrive, nel servizio non si è fatto alcun riferimento alla vigilanza privata o alle guardie giurate, ma si sono sollevate immediatamente voci di sdegno e protesta perché si sarebbe accomunata la sicurezza privata alla camorra.

Scusatemi, ma a me sembra che il vero problema che il servizio ha evidenziato è che ancora ci siano realtà soggiogate dal pizzo! Così rischiamo di perdere di vista i problemi veri. Guardare il dito e non la luna!

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