Il settore vigilanza privata è in contrazione, seppur di poco (-1%), rispetto all’anno precedente: 195 imprese hanno infatti ridotto il proprio fatturato e 103 erogano regolarmente servizi in perdita. Solo 50 operatori sono riusciti a migliorare la propria redditività, mentre le imprese con un basso rating finanziario (quindi a ridotta possibilità di accesso al credito bancario), accompagnati ad elevati livelli di indebitamento sono addirittura 63. Questo il quadro che emerge dallo studio di settore Plimsoll – Servizi Vigilanza Privata per l’anno 2016, che sottopone ad un’attenta disamina le 356 società italiane più affermate del mercato.
Sulla base degli ultimi 4 bilanci depositati, lo studio pone in rilievo i principali indicatori di performance aziendali: andamento delle vendite, stabilità operativa, redditività, livello di indebitamento, rating. Questi dati vengono infine comparati con la media di settore per valutare trend ed andamento del comparto.
Emerge un quadro della scacchiera competitiva piuttosto impietoso: ben 59 imprese sono a rischio uscita, 100 imprese sono in perdita e 76 hanno perso più di un quarto del loro valore.
Chi rischia di uscire
La salute finanziaria delle 361 società analizzate è stata valutata da Plimsoll come Solida, Buona, Media, Preoccupante o A rischio.
Gli ultimi rating di performance hanno qualificato lo stato di salute come solido per 94 imprese; buono per 55 società; medio per 83; preoccupante per 70 e a rischio per 59 aziende (occhio perchè 9 su 10 imprese poi uscite dal mercato erano state identificate da Plimsoll come “a rischio” già due anni prima della chiusura…).
Chi vende in perdita
La forte concorrenza e i ribassi tariffari hanno portato ben 46 aziende a vendere servizi in perdita per il secondo anno consecutivo: le scorte finanziarie sono quindi agli sgoccioli e i prossimi 12 mesi saranno determinanti per la vita dell’impresa. Si imporrà quindi una scelta radicale: cambiare subito rotta o esaurire la liquidità, con quel che ne potrebbe conseguire.
Chi perde valore
Dalle ultime rilevazioni, emerge che 76 imprese del settore hanno perso oltre un quarto del proprio valore, mentre 142 società hanno aumentato il loro valore nell’ultimo anno. Le 76 imprese che hanno visto crollare il loro valore nell’ultimo anno devono quindi ripensare immediatamente la propria strategia ed arrestare il declino.
Chi guadagna e chi no
Le 179 imprese più redditizie secondo Plimsoll vantano un margine di profitto medio pari al 3,9, mentre le 182 aziende meno redditizie hanno un margine di profitto medio pari a -1, contro una media del settore comunque ridotta e pari a 2. Valutando la redditività di ogni azienda, Plimssol ha stimato che 129 aziende siano migliori obiettivi di acquisizione.