Bastiancontrario non poteva iniziare il 2024 senza occuparsi del vero convitato di pietra capace di distruggere il settore della vigilanza e sicurezza privata. Non parliamo della magistratura e dei suoi commissariamenti nè del valore della contrattazione collettiva: parliamo della committenza. Quella simpatica parte contrattuale che, lungi dal preoccuparsi delle questioni salariali e occupazionali del settore e noncurante del fatto che le imprese serie sono costrette a lavorare in perdita, si rivolge sempre al migliore (ossia al peggiore) offerente. E questo vale anche, soprattutto, per la committenza pubblica. W l’Italia.
Terra (vigilanza privata) chiama Luna (Procure della Repubblica)!
Nello scorso mese di ottobre il mondo della vigilanza privata è stato attraversato dallo tsunami del salario minimo fissato dal giudice. Si è trattato, come il mio unico lettore ricorderà molto bene, della sentenza della Cassazione che ha stabilito che per verificare se la retribuzione del lavoratore è coerente con l’attività svolta il magistrato deve fare si riferimento al CCNL di categoria, ma può anche discostarsene quando la paga non può ritenersi sufficiente e della (conseguente) azione di alcune Procure che, commissariando alcune delle principali aziende di sicurezza privata italiane, ha determinato un aumento delle retribuzioni di circa il 40% rispetto all’incremento complessivo del nuovo CCNL di categoria (che si attesta a circa il 15%) per i servizi fiduciari.
Questa situazione – che ha, per inciso, conseguenze pesantissime per le aziende del settore – ha avuto un immediato e logico riflesso nel settore dei servizi di vigilanza che sicuramente andrà incontro ad un ulteriore aumento salariale per le guardie giurate, al fine di riequilibrare i livelli salariali rispetto a quelli ottenuti dagli operatori fiduciari.
Ciò detto, in queste righe non si vuole affrontare la questione dello stato della contrattazione di categoria e della rappresentanza nel settore della vigilanza privata – lo abbiamo già fatto e forse lo faremo ancora in futuro – ma sottolineare l’enorme vulnus di tutta questa dinamica: la committenza!
Infatti la clientela non solo adesso gode, per effetto di contratti sottoscritti in passato, di tariffe notevolmente inferiori a quelle che dovrebbero esser applicate in virtù degli aumenti salariali, ma intende, nella maggior parte dei casi, continuare su questa strada, anzi pagare ancora meno.
Ecco, quindi, la ricerca del fornitore più economico, anche se non garantisce né qualità del servizio né tutela dei lavoratori (e sì, perché chi è stato commissariato o ha ritenuto sua sponte di adeguarsi ha incrementato gli stipendi, ma molti altri, probabilmente la maggioranza, continuano ad applicare salari “sotto la soglia di povertà” e quindi ad offrire tariffe basse!).
Ecco, quindi, che un’azienda ospedaliera non solo tagli il monte ore dei servizi di vigilanza del 40% e dei fiduciari del 12%, ma addirittura preveda una tariffa oraria a base d’asta addirittura inferiore di quella prevista per l’appalto precedente (risalente al 2019). E tanti saluti agli incrementi salariali!
E’ quindi evidente che la pur giusta – almeno nelle intenzioni – azione della magistratura manchi di una tassello determinante che, di fatto, rischia di vanificarla, risolvendosi in un danno per gli imprenditori (che non potranno sostenere a lungo gli aumenti), e per i lavoratori (che rischiano di perdere il lavoro anziché vederselo adeguatamente remunerato).
La distanza siderale tra i principi e la pratica attuazione degli stessi continua ad essere uno dei problemi di questo settore, in particolare, del Paese, in generale.
Terra (la vigilanza privata) chiama Luna (Procure della Repubblica), rispondete…